Elena Nencini
Sono tanti i posti dove si sono esibiti che hanno toccato il cuore di Alessandro Pietrolini, direttore artistico dei Sonics e ideatore del nuovo spettacolo Duum, che arriva al Teatro Masini venerdì 26 alle 21(replica sabato 27, ore 21 e coupon ridotto alla pagina...... con SettesereQui).
Sottolinea Pietrolini« siamo stati in piazza Duomo a Milano, piazza San Sarlo a Napoli, a Udine, ma sicuramente mi resta nel cuore il Libano: lo spettacolo è andato in scena in un bellissimo centro commerciale realizzato in una zona dove sorgeva un suk che era stato bombardato. Ma non posso dimenticare la baia di Miami o il mega hotel di Dubai sull'oceano. Credo che il nostro lavoro ci regali delle grandi esperienze: a dicembre, dopo i fatti di Tunisi eravamo indecisi se partire, poi abbiamo deciso lo stesso di andare. Lo spettacolo è andato in sold out, era pieno di bambini e di famiglie: è questo il messaggio che vogliamo dare. Non bisogna lasciare che la paura vinca».
I Sonics, compagnia torinese composta di acrobati e atleti, era già venuta con Meraviglia e propone nel nuovo spettacolo alta acrobazia e porterà il pubblico al centro della terra, come spiega Petrolini.
Perché andare fino al centro della terra per cercare qualcosa di buono?
«In realtà è il contrario: Duum è il rumore di un salto, quello che permetterà agli abitanti di questo regno leggendario situato nelle viscere della Terra di fare ritorno sulla superficie terrestre, dove c’è ancora qualcosa di buono che merita di essere visto e vissuto. L'architetto Serafino, aiutato dai suoi compagni di avventura, si muove nello spazio scenico di una caverna elaborando formule matematiche e costruendo strambi trabiccoli per uscire, una volta per tutte, dal mondo sotterraneo che li ospita».
Qualè il segreto del successo degli spettacoli dei Sonics?
«Siamo una compagnia autoprodotta, con artisti stabili che si allenano, fanno i costumi, realizzano le scenografie e credo che quest'impegno il pubblico lo percepisca. Siamo tutti italiani, è una carta di identità dello spettacolo di cui siamo fieri. Naturalmente siamo sempre pronti a collaborazioni con altre realtà internazionali. Rimango molto nazionalista perché penso che siamo molto bravi».
Quante ore vi allenate?
«Tutti i giorni dalle 9 alle 13 ci sono allenamenti o prove».
Qual è il pubblico che rimane particolarmente colpito dalle vostre acrobazie?
«Tutti, dai 3 ai 90 anni, i bambini non si muovono dalle sedie anche se le mamme si preoccupano che si possano annoiare. Mi piace perché porta un pubblico giovane a teatro. È una nuova interpretazione del teatro, anche se in alcuni ancora è difficile entrare. Ma per fortunale cose stanno cambiando.
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