Processo Poggiali, in aula il fidanzato descrive la "sua" Daniela

Bassa Romagna | 05 Febbraio 2016 Cronaca
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Il 5 febbraio s'è conclusa l'istruttoria dibattimentale del processo che vede alla sbarra per omicidio l'ex infermiera dell'ospedale di Lugo, Daniela Poggiali. La prossima udienza che vedrà il pm, Angela Scorza, esporre le proprie conclusioni cui farà seguito la discussione delle parti civili è in programma per il 26 febbraio mentre il 4 marzo toccherà alla difesa e l'11 marzo, dopo la camera di consiglio, è attesa la sentenza di primo grado per il processo che, nell'ultimo anno, ha riscosso, in provincia, il più alto interesse anche da parte dei media.
Tra gli ultimi testi che la difesa ha chiamato a deporre, l'ispettore capo del commissariato di polizia di Faenza, Giovanni Fontanieri e il fidanzato dell'imputata, Luigi Conficconi. Il commissario ha sottolineato come, essendo stati chiamati dalla direzione sanitaria a fine 2012 per una serie di furti a carico di ignoti, registrati nel reparto di Medicina in poco meno di un anno "dato che ci ha fatto presupporre che non potesse trattarsi di un esterno di passaggio", l'indagine è andati avanti a ritmo serrato per dare un volto al colpevole, reo di aver commesso una settantina di furti. "Dopo aver raccolto la testimonianza dell'infermiera Marinella Felloni che aveva visto la Poggiali accucciata a fianco alla borsa del parente di un paziente (che inizialmente aveva denunciato il furto di 10 euro per poi ritrattare sostenendo di non essere certo che fossero nel portafoglio ndr), ci siamo rivolti ad un sostituto procuratore per chiedere di poter installare telecamere in reparto. Ci è stato detto, preliminarmente, di raccogliere testimonianze di Oss ed infermiere ed altro materiale così abbiamo controllato i turni del personale in servizio dai quali è emerso che la Poggiali era sempre al lavoro quando si registrava un furto. Non tornammo in Procura per poter installare le telecamere perchè, ad aprile 2014, partì il procedimento penale per le morti sospette".
Il fidanzato della Poggiali, invece, descrivendo la compagna ne ha parlato, ancora una volta, come una persona forte e determinata. Una persona che "andava a lavorare anche dopo i cicli di chemio per il tumore che l'aveva colpita nel 2001, proprio perchè ha sempre amato la sua professione che svolgeva con passione ed entusiasmo". Una persona cui "la caposala affiancava le nuove reclute perchè era stimata e considerata valida". Una persona sempre disponibile a sostituzione turni: "Una volta la chiamarono mentre eravamo in ferie dall'altra parte del mondo e, ridendo, rispose 'no, mi spiace, stavolta non ce la faccio a venire'". Una persona che ama la sua famiglia e non si risparmia se può essere d'aiuto. "Daniela può risultare antipatica perchè dice sempre in faccia alle persone ciò che pensa, anche se si tratta di un superiore. Forse è troppo diretta, ma è fatta così". In merito alle foto che hanno fatto il giro del mondo e che la ritraggono sorridente accanto ad un cadavere, Conficconi ha sottolineato come "Daniela le ha ricevute sul cellulare, una sera, poco dopo essere tornata a casa. Me le he fatte vedere dicendo che una sua collega gliele aveva scattate perchè voleva una sua foto in divisa. Io le ho detto che non erano appropriate, che se io fossi stato il parente della persona deceduta mi sarei arrabbiato e che avrebbe dovuto cancellarle subito. E così fece, o almeno ci provò, ma lei non è molto pratica con la tecnologia, forse per questo sono state trovate ancora nel suo cellulare". Incalzato dal Pm sul perchè, secondo lui, la collega gliele girò se la Poggiali non le aveva richieste s'è limitato a rispondere "Non saprei, provi a chiederlo alla collega" . Daniela e Luigi, una coppia come tanti che conviveva da 15 anni e che quando è arrivato l'avviso di garanzia, l'11 aprile 2014 ha provato a continuare a vivere normalmente "lei sbigottita dall'accanimento contro la sua persona ed io incredulo che potesse succedere una cosa simile. Sconvolti nella nostra normalità. Quando la misero in ferie forzate non mi disse subito quello che stava succedendo, forse per proteggermi perchè sa che sono molto sensibile. Si limitò a dirmi che ne aveva accumulate troppe. Ma poi iniziarono a chiamarla i carabinieri e io la seguivo,ogni volta, in comando". E della vita in reparto e dei furti, il fidanzato si limita a dire che la compagna insisteva che "mancava una buona organizzazione e l'aveva fatto presente più volte. Mi aveva detto che non si registravano solo furti, ma aveva visto barboni dormire in ospedale, una brutta situazione. Lei comunque non ha mai portato a casa niente dall'ospedale che non fossero campioni gratuiti di medicinali che le avevano dato i medici per curare le ulcere alle gambe della madre". Ha mai chiesto a Daniela se fosse stata lei ad uccidere Rosa Calderoni? - ha chiesto alla fine il pm. "Certo e lei mi ha risposto 'assolutamente no' ".
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