Nel 2016 Fondazione Flaminia sarà centro per l'innovazione, collegamento tra ricerca e imprese
L'obiettivo principale di Fondazione Flaminia per il 2016 sarà quello di affermarsi come «Centro per l'Innovazione nell'ambito della Rete Alta Tecnologia» promossa dalla regione Emilia-Romagna, con l'intento di favorire un maggiore collegamento tra università e imprese. Da poche settimane la Fondazione ha infatti ottenuto l'accreditamento formale che l'ha resa l'unico centro per l'innovazione con sede in provincia di Ravenna, su un totale di quindici in regione. Questo significa che, come spiega il direttore Antonio Penso, «ci concentreremo sulla necessità di far decollare la ricerca intesa come supporto all'innovazione delle imprese. Essere all'interno della 'Rete Alta Tecnologia', di cui Aster è il soggetto coordinatore, è una grande opportunità per valorizzare appieno le grandi potenzialità del nostro polo universitario sul versante della ricerca». Come si concretizzerà il lavoro? «Punto di partenza sarà cercare di promuovere una maggiore collaborazione tra la ricerca universitaria e le aziende: negli ultimi anni significative risorse pubbliche sono state investite per costruire i tecnopoli, luoghi di ricerca universitari orientati al mondo dell'impresa. Il nostro compito sarà quello di capire le esigenze delle aziende e collegarle con le potenzialità dei laboratori di ricerca: una sorta di 'cerniera' che punta ad avvicinare due mondi non sempre in sintonia. Il nostro modello di lavoro è quello che abbiamo messo in campo per l'off-shore: un tavolo di lavoro da cui raccogliere le esigenze delle imprese del settore, collegandole con le competenze teoriche accademiche, in modo da costruire un progetto condiviso, di respiro internazionale, un 'unicum' in tutta Italia». Altre priorità? «Un altro obiettivo fondamentale è quello di completare le strutture del Campus: nel 2015 sono state ultimate le aule di Scienze, mentre nel corso del 2016 dovremo lavorare con l'Ateneo per vedere realizzati i laboratori didattici, al fine di ultimare il Polo delle Scienze. La parte che riguarda le strutture è quella più urgente, ma va di pari passo con la necessità di una maggiore caratterizzazione dell'offerta didattica». Quali sono, in questo caso, i corsi che si potrebbero maggiormente identificare? «Si potrebbe lavorare sulle triennali di Ingegneria e Giurisprudenza, al fine di ancorarle ancora di più alle caratteristiche del territorio. La laurea triennale in Giurista di impresa (Gipa) potrebbe, ad esempio, concentrarsi maggiormente sulle aziende del versante turistico e portuale, due aspetti fondamentali per il nostro territorio. Il Gipa rappresenta un unicum nell'ambito dell'università di Bologna: mentre la magistrale ha un percorso predefinito e si trova anche a Bologna, la triennale presenta un maggiore spazio di autonomia per inserire esami caratterizzanti rispetto alle esigenze delle imprese. Avere in azienda una competenza polivalente sarebbe un valore aggiunto per il tessuto produttivo locale, e sono convinto che di spazi di crescita su questo versante ce ne siano parecchi. La necessità di 'caratterizzarsi' è anche l'indirizzo indicato con chiarezza dal nuovo rettore Francesco Ubertini e, visto l'importante investimento operato da Flaminia su Giurisprudenza negli anni, ritengo che abbiamo tutte le risorse umane per rafforzare l'offerta didattica su questo versante».