Un anno in tribunale: i processi in provincia di Ravenna che hanno caratterizzato il 2023

Romagna | 27 Dicembre 2023 Cronaca nera
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Anche il 2023 è stato un anno denso di procedimenti importanti al Tribunale di Ravenna. EDOARDO: CONDANNATO IL BAGNINO Il 24 ottobre il giudice Natalia Finzi ha condannato ad un anno, pena sospesa, per omicidio colposo in cooperazione il bagnino neo diciottenne che era in servizio nell’area del parco Mirabeach nel pomeriggio del 19 giugno 2019 quando annegò Edoardo Bassani, un bimbo di 4 anni di Castrocaro. Ha, invece, assolto gli altri 5 imputati: i genitori del piccolo «perché il fatto non costituisce reato» e il direttore, la direttrice operativa e responsabile area del Parco «perché il fatto non sussiste».Il piccolo era arrivato al parco acquatico con i genitori e si trovava nell’area Laguna del Sol quando la mamma l’aveva lasciato ai piedi di uno scivolo per raggiungere il marito che era sotto l’ombrellone, non prima di aver raccomandato ad Edoardo di non allontanarsi. Tornata dopo una manciata di minuti non l’aveva più trovato: il bambino, infatti, iniziata la baby dance si era avventurato in un punto della piscina dove l’acqua superava il metro e 30 centimetri, aveva iniziato ad annaspare, poi era annegato. Un bambino, dopo essersi accorto che Edoardo riverso con il volto in acqua galleggiava ormai senza vita, aveva allertato il bagnino che sorvegliava l’area, ma ormai era tardi. Il giudice ha, inoltre, condannato il parco e il bagnino a risarcire i genitori e i nonni di Edoardo, costituitisi parte civile. ALLA SBARRA IL VETERINARIO GUERRA Il 19 settembre si è aperto davanti al giudice Piervittorio Farinella il processo a carico di Mauro Guerra, veterinario 49enne. Radiato dall’Ordine a seguito dell’indagine a suo carico, Guerra si è sempre detto certo della sua innocenza chiedendo appunto il giudizio immediato. Era finito nel mirino degli inquirenti a dicembre 2020 ed è stato indagato per maltrattamento e uccisione di animali, detenzione illegale di farmaci, smaltimento illecito di rifiuti speciali, falsificazione di libretti sanitari, frode in commercio e reati tributari (22 in tutto i capi d’imputazione). A dicembre di 3 anni fa, durante la prima perquisizione il suo ambulatorio di Sant’Antonio era stato trovato in pessime condizioni igieniche, nel magazzino erano stati rinvenuti medicinali sia per uso veterinario che umano tra cui antiepilettici ed anabolizzanti, molti dei quali scaduti e nel garage, in parte confezionati e sigillati sottovuoto, occultati in due scatole di polistirolo riposte tra materiale vario, ben 619 mila euro in contanti. Su agende e block notes manoscritti, infine, era riportata la contabilità in nero degli ultimi anni che è stata esaminata dalle Fiamme Gialle. Il mese prossimo la Cassazione dovrà esprimersi sul ricorso presentato dal legale del medico contro l’ennesimo sequestro del suo ambulatorio. Era stato il giudice Cecilia Calandra a disporre il nuovo sequestro dell’ambulatorio di Guerra, lo scorso settembre dopo che la Cassazione, a novembre 2021, aveva annullato il dissequestro deciso dal Riesame nel maggio dello stesso anno PASSARINI PATTEGGIA 2 ANNI Il 18 dicembre Mauro Passarini ha patteggiato 2 anni per peculato e falso mentre è caduta l'accusa di corruzione. Il medico ravennate no vax era accusato di aver somministrato ai suoi pazienti falsi vaccini covid per far loro ottenere il green pass. L'inchiesta a suo carico era partita nel 2021 dalla denuncia della madre di una ragazzina veneta che il padre aveva portato da Passarini e che, una volta rientrata a casa era stata sottoposta ad accertamenti dai quali era emerso che non aveva sviluppato anticorpi contro il Covid. Il medico era stato arrestato il 10 novembre 2021 e la Procura aveva fatto sequestrare 191 green pass di altrettanti pazienti che risultavano essere stati «vaccinati» da Passarini che era stato indagato così come il padre della ragazzina ed un poliziotto amico del medico che aveva fornito informazioni sull'indagine in corso a Passarini. A febbraio partirà anche il processo parallelo che vede ben 227 persone accusate di essersi accordate con il medico per farsi vaccinare falsamente: molte hanno querelato Passarini sostenendo che non erano a conoscenza che il medico li stesse truffando non inoculando loro il vaccino. MOLDUCCI: SENTENZA NEL 2024 Il 3 maggio si è aperto il processo a carico di figlio e badante del medico 67enne in pensione Danilo Molducci, deceduto il 28 maggio 2021. La morte di Molducci è stata giudicata sospetta dalla Procura che, dopo le indagini, ha indagato il figlio 40enne della vittima, Stefano e la badante rumena 52enne Elena Vasi Suma che viveva con Molducci, gli somministrava le medicine oltre a prendersi cura di lui. Secondo l'accusa, i due indagati avrebbero avvelenato con farmaci il medico per impossessarsi del suo patrimonio. Per la morte del medico di Campiano, il 16 ottobre la Procura ha disposto una nuova perizia medico legale e tossicologica per capire se il quantitativo di farmaci rinvenuti nel sangue della vittima fosse in sovradosaggio e dunque se Molducci possa essere morto per questo. Le precedenti consulenze di parte sono risultate «non univoche, né esaustive sui punti oggetto d'indagine» e non hanno potuto stabilire oltre ogni dubbio la causa esatta della morte del medico, così sia la difesa che il pm Angela Scorza, titolare del fascicolo d'indagine, ne hanno chiesta un'altra alla Corte di Assise che ha accolto la loro richiesta. La sentenza è slittata, così, al prossimo aprile. APPELLO BIS PER «BALLA»: NUOVA CONDANNA PER GLI «AMICI» Il 18 aprile la Corte d’Appello bis per il caso di Matteo Ballardini, il 19enne morto di overdose il 12 aprile 2017 ha condannato per omicidio colposo i 4 ragazzi che erano con lui la sera in cui andò in overdose. Era stata la corte di Cassazione, nel giugno dell'anno scorso, annullando la sentenza emessa dalla corte d’appello a disporre un appello bis per il caso del giovane lughese per la cui morte erano finiti a giudizio 4 amici: Beatrice Marani condannata a 15 anni e quattro mesi per omicidio volontario con dolo eventuale in primo grado, pena ridotta in Appello a quattro anni e dieci mesi e l’accusa derubricata a morte come conseguenza di altro reato; Leonardo Morara la cui pena era passata dai 14 anni e 20 giorni ad un anno per spaccio di cocaina e omissione di soccorso aggravata; Giovanni Simone Palumbo e Ayoub Kobabi le cui condanne erano passate da nove anni e quattro mesi a otto mesi, per omissione di soccorso. Nella sua requisitoria, il 14 aprile, il sostituto procuratore generale Licia Scagliarini sottolineando come la morte del giovane fosse avvenuta perchè gli amici non l'avevano subito portato in ospedale sperando che si riprendesse da solo, ma, di fatto, avendo piena consapevolezza che ciò poteva anche non avvenire, aveva chiesto 9 anni e 4 mesi per la Marani che quella sera diede metadone ed antidrepressivi alla vittima e stessi anni per Morara che aveva aiutato le indagini. Infine 6 anni, 2 mesi e 20 giorni per Palombo e per Kobabi. Scagliarini aveva sottolineato il dolo dei ragazzi nella gestione della situazione e chiesto una condanna per il reato di omicidio volontario per il gruppo e non, come aveva sentenziato la corte d’appello nel 2020, per il reato di morte come conseguenza di altro reato per la Marani e omissione di soccorso per gli altri tre. La Corte D’Appello bis, presieduta dal giudice Donatella Di Fiore ha condannato Marani a 7 anni; Morara a 5 anni, 3 mesi e 10 giorni; 3 anni e 4 mesi Palombo e 3 anni e 4 mesi Kobabi. (Marianna Carnoli)
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