Un anno in tribunale: i processi che hanno caratterizzato il 2022 in Romagna

Romagna | 29 Dicembre 2022 Cronaca
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Marianna Carnoli - Anche il 2022 è stato un anno denso di procedimenti importanti al Tribunale di Ravenna.
16 ANNI AL 48ENNE CHE TENTO’ DI AVVELENARE LA MOGLIE Il 12 dicembre il collegio penale presieduto dal giudice Cecilia Calandra , a latere i colleghi Cristiano Coiro e Natalia Finzi, ha condannato a 16 anni di reclusione Remigio Scarzani, il 48enne che l’anno scorso aveva provato ad avvelenare l’ex moglie. Finito alla sbarra per tentato omicidio pluriaggravato, maltrattamenti e violenza sessuale ai danni dell’ex moglie, era stato fermato il 1 ottobre 2021. Le indagini dei carabinieri erano scattate dopo la denuncia presentata dalla donna che da qualche tempo non si sentiva bene e temeva che l’ex marito la stesse avvelenando. I militari, coordinati dai pm Daniele Barberini e Cristina D’Aniello avevano collocato telecamere nell’abitazione della donna ed erano riusciti a riprendere l’uomo mentre sbriciolava poi versava nel caffè dei farmaci. Non solo un anticoagulante che la donna già assumeva sotto prescrizione medica e che dunque era in grado potenzialmente di provocarle emorragie se in sovra-dosaggio, ma anche un vasodilatatore con il possibile obiettivo di rendere tali eventuali emorragie inarrestabili.
ILENIA: ERGASTOLO PER EX MARITO E KILLER Il 28 febbraio la Corte di assise di Ravenna ha emesso la sentenza nel procedimento per l’omicidio della 46enne faentina Ilenia Fabbri, uccisa il 6 febbraio 2021: ergastolo per l'assassino reo confesso Pierluigi Barbieri e per l'ex marito della vittima, Claudio Nanni, quale mandante dell'omicidio. La Corte presieduta dal giudice Michele Leoni ha riconosciuto ad entrambi le aggravanti della premeditazione e dei motivi abietti e giudicato Nanni indegno di succedere all'ex moglie. Una possibilità, quest’ultima, introdotta da una norma del 2018 nel codice penale che evita alle parti civili di aprire una nuova causa civile per l’eredità dopo una sentenza di condanna per reati gravi tra cui l’omicidio. La mattina dell’assassinio, Arianna,la figlia di Ilenia si era fatta venire a prendere alle 6 dal padre per andare con lui a Lecco ad acquistare un’auto. Barbieri che era appostato fuori dall’appartamento di via Corbara era entrato in casa con la copia delle chiavi che gli aveva fornito Nanni ed aveva aggredito Ilenia che era in camera da letto. La compagna della figlia, però, aveva sentito il trambusto ed aveva chiamato Arianna la quale, a sua volta aveva allertato la polizia che, però, era arrivata troppo tardi: Ilenia era stata trovata sgozzata. Le indagini coordinate dal pm Angela Scorza hanno chiuso il cerchio attorno al killer poi all’ex marito di Ilenia con il quale la donna aveva alcune questioni finanziarie pendenti.
NUOVO APPELLO PER «BALLA» Tutto da rifare per il caso di Matteo Ballardini, «Balla», il 19 lughese lasciato morire di overdose in auto dagli amici coi quali era uscito la sera del 12 aprile 2017. Il 14 giugno la Cassazione ha disposto un Appello bis accogliendo il ricorso del Procuratore generale Valter Giovannini. Nel 2023 torneranno, quindi, alla sbarra i quattro ragazzi condannati per omicidio volontario con dolo eventuale in primo grado nel 2019 e che hanno visto ridursi la pena in appello a luglio 2020. A marzo di quest’anno, inoltre, erano state assolte Beatrice Marani, amica di Matteo, sua zia Cosetta e la psichiatra del Sert Monica Venturini. Le tre donne erano finite a processo per falso, peculato e violazione della legge sugli stupefacenti nel procedimento nato da quello principale per la morte del 19enne la prima per aver passato il metadone che poi si rivelò fatale a Matteo, la seconda perché, quale responsabile infermieristica dell’Ausl di Imola aveva fatto avere alla nipote tossicodipendente un canale «preferenziale» per poter avere quella sostanza e la dottoressa del Sert che, per l’accusa non aveva censito Beatrice né la sottoponeva ai consueti controlli. Pare, inoltre che il metadone per la ragazza venisse ritirato dalla zia. A inizio luglio il pm Marilù Gattelli ha depositato il ricorso contro l’assoluzione.
CHIUSO IL CASO BERKAN B Il 10 ottobre il gup Corrado Schiaretti ha condannato il presidente dell’Autorità portuale, Daniele Rossi a pagare una sanzione di 8 mila euro con sospensione condizionale nonché le spese processuali e quelle per la costituzione di 6 parti civili cui andranno mille euro ciascuna. E’ stato assolto per non aver commesso il fatto l’ex segretario di Autorità Portuale Paolo Ferrandino. Il caso è quello della Berkam B, motonave affondata nella Pialassa Piomboni dopo anni di abbandono e dopo essersi spezzata in due nel 2017 causando uno sversamento di idrocarburi in acqua. Inizialmente accusati di aver rinnovato concessioni demaniali per la demolizione del relitto abbandonato dal 2010 senza una certificazione dell’avvenuta bonifica del relitto e di aver ignorato per quasi un anno i solleciti della Capitaneria di porto di intervenire quanto prima, si sono visti riqualificare il reato: Rossi è stato, infatti, accusato di inquinamento colposo mentre per Ferradino c’è stata l’assoluzione.
EDOARDO: SENTENZA A MARZO Verrà emessa verosimilmente il prossimo marzo la sentenza del procedimento per la morte di Edoardo Bassani, il bimbo di 4 anni di Castrocaro annegato a Mirabeach nel pomeriggio del 19 giugno 2019 senza che nessuno se ne accorgesse. Il piccolo era arrivato al parco acquatico con i genitori e si trovava nell’area Laguna del Sol quando la mamma l’aveva lasciato ai piedi di uno scivolo per raggiungere il marito che era sotto l’ombrellone, non prima di aver raccomandato ad Edoardo di non allontanarsi. Tornata dopo una manciata di minuti non l’aveva più trovato: il bambino, infatti, iniziata la baby dance si era avventurato in un punto della piscina dove l’acqua superava il metro e 30 centimetri, aveva iniziato ad annaspare, poi era annegato. Un bambino, dopo essersi accorto che Edoardo riverso con il volto in acqua galleggiava ormai senza vita, aveva allertato il bagnino che sorvegliava l’area, ma ormai era tardi. Le manovre di rianimazione e la disperata corsa all’ospedale non erano state utili. A chiusura delle indagini la Procura ha rinviato a giudizio per omicidio colposo sei persone: i genitori del piccolo che dovevano sorvegliarlo, il bagnino neo maggiorenne, la responsabile degli assistenti bagnanti, la responsabile «beach» e l’allora responsabile della struttura. I genitori si sono anche costituiti parte civile contro il parco assieme ai nonni del bambino. Nelle udienze di quest’anno il giudice Natalia Finzi ha ascoltato, tra gli altri, diversi bagnini che hanno illustrato le procedure di sicurezza previste dal parco, Marco Troiano, il medico legale consulente dell’avvocato della madre della vittima che ha spiegato come la donna abbia subito un danno biologico del 30% essendo rimasta come «bloccata» a quel pomeriggio e ancora il responsabile della Medicina del lavoro dell’Ausl, Giampiero Mancini che il giorno dell’incidente effettuò i rilievi assieme ai carabinieri. Le prossime udienze che chiuderanno l’istruttoria sono in programma il 17 gennaio e il 21 febbraio 2023.
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Anche il mio ricorso e' stato archiviato, non e' piacevole, evidentemente non contiamo nulla.
Commenta news 29/12/2022 - Giuseppe
Mah, io aggredita e malmenata nella mia proprieta', ho riportato danni permanenti, ma alla Legge non interessa, archiviato. Complimenti, da parte di chi paga le tasse!!
Commenta news 29/12/2022 - Sara
Mah, io aggredita e malmenata nella mia proprieta', ho riportato danni permanenti, ma alla Legge non interessa, archiviato. Complimenti, da parte di chi paga le tasse!!
Commenta news 29/12/2022 - Sara
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