Tennis, il faentino Gaio e Sinner: «Nel 2019 mi eliminò a Ortisei, oggi è un fenomeno»
«Ho acceso sul 6-3, 5-3 per Medvedev. Non mi aspettavo di trovarlo sotto due set a zero. Poi è partita la rimonta e mi sono davvero emozionato». Federico Gaio, classe 1992, è professionista dal 2009, cioè da quando aveva 17 anni, la stessa età di quando Sinner ha cominciato a fare sul serio e a migliorare la propria classifica. «Contro Jannik ho giocato a Ortisei nel 2019 - ricorda con orgoglio - quando lui vinse il torneo dopo aver partecipato alle Next Gen Finals di Milano. Lo sfidai ai quarti, mi diede un doppio 6-4 e non andai neppure male. Poi ci siamo persi di vista, anche perché lui non ha praticamente più giocato i tornei Challenger. Ma lo scorso novembre, alle Atp Finals di Torino, ci siamo rivisti. Io mi alleno lì e lui giocava il primo match del round robin contro Tsitsipas. Appena è uscito il tabellone, il suo coach Vagnozzi mi ha chiesto di fargli da sparring per un’ora e mezza. Conosco bene Vagno e anche il suo preparatore Ferrara, che ho avuto in passato: è stato un vero piacere». Cosa è cambiato in Sinner in questi anni e cosa ha colpito maggiormente Gaio? «La sua dedizione al lavoro, che è davvero incredibile. Mentalmente Jannik è di un’altra categoria. Oggi gioca con un ritmo e una pesantezza di palla incredibili, è riuscito a migliorare tutto, a cominciare dal servizio. Sui colpi a rimbalzo è straordinario». Il movimento, già in forte crescita, ora migliorerà ancora: «Siamo tornati ai tempi ad Alberto Tomba nello sci, della Pellegrini nel nuoto, di Pantani nel ciclismo. Sinner è il classico campione che ti fa incollare alla televisione. Il movimento era in forte crescita, ma con la fine dell’anno e la vittoria in Coppa Davis siamo cresciuti ancora di più. Jannik è un ragazzo semplice, umile, maturo, quindi la gente si innamora. Ma siamo solo all’inizio, il bello deve ancora venire». (l.a.m.)