Ravenna, successo per l'inaugurazione del museo Classis

Federica Ferruzzi - Negli anni Settanta era in città per frequentare corsi di arte bizantina ed ha promesso che ci tornerà a gennaio proprio per visitare il nuovo museo «firmato» da RavennAntica. Parola di Vittorio Sgarbi, che Ravenna la porta nel cuore. Sgarbi, il primo dicembre inaugura il museo di Classe, circa 800 i reperti in mostra dall’epoca preistorica all’alto medioevo. Un museo che è stato presentato come identitario per la città: che ne pensa? «Ogni cosa che si apre in città e consente di apprezzarne aspetti nascosti è positiva. Verranno esposti reperti validi che potranno raccontare molto di Ravenna, una delle realtà italiane tra le più avanzate dal punto di vista turistico. Un valore aggiunto rispetto alle tante offerte della Romagna e del territorio, un’opportunità che si aggiunge al Museo nazionale, al Battistero neoniano e al percorso che prevede sette o otto stazioni ‘obbligate’». Se fosse lei il curatore artistico di un museo a Ravenna, come lo ‘comporrebbe’? «Io potrei, in virtù delle mie competenze, dirigere un museo dell’Accademia, meno visto rispetto al percorso che abbiamo indicato, dove i reperti di cultura antica, romana e bizantina, fanno parte di un unico corpo e di un unico spirito. Oppure mi piacerebbe dirigere un museo, sia nuovo o già collaudato, relativo all’archeologia cristiana». Ci stiamo avviando verso mesi storicamente ‘critici’ per Ravenna, in termini di presenze: cosa pensa si possa fare per far crescere il flusso turistico della città? «Sinceramente ritengo che Ravenna abbia meno bisogno di turismo perchè ce l’ha da sempre. Penso comunque che si potrebbe creare un percorso da ottobre a maggio rivolto alle scolaresche, che del resto qui sono sempre vive e presenti. Pensi che nelle altre città è ancora peggio, qui almeno avete la tradizione di una grande città capitale dell’impero romano. Rispetto al mancato titolo di Capitale europea della cultura 2019, ritengo sia stato giusto premiare Matera per sperimentare qualcosa di nuovo che a Ravenna è già stato provato. La predisposizione della vostra città al turismo, anche invernale, è tra le più alte d’Italia, forse seconda solo a Siena. Io sono legato a questa città da anni: ho un rapporto consolidato e antico che rinnoverò l’anno prossimo venendo in visita al museo».