Ravenna, il primo di luglio il nuovo Decreto sicurezza. Stretta 590 posti e c’è il caso della coop. Aurora di Cervia

Romagna | 21 Giugno 2019 Cronaca
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Riccardo Isola - Il 1° luglio entra in vigore il nuovo Decreto sicurezza del Governo. Un riassetto riguardante l’affidamento dei servizi di gestione dei centri di accoglienza per cittadini extracomunitari richiedenti protezione internazionale che modifica in modo sostanziale le regole, le possibilità di erogazione e soprattutto gli importi corrisposti in modo sostanziale. Come sempre i posti da allocare sono stati decisi attraverso una graduatoria gestita dalla Prefettura di Ravenna. Nel territorio gli spazi messi a disposizione nel bando sono 850. Posti che dalla graduatoria provvisoria finale, redatta dalla stessa Prefettura il 19 aprile scorso, hanno trovato risposta per solo 590 unità.
I NUMERI IN PROVINCIA
Per quanto concerne la distribuzione e l’aggiudicazione dei posti le graduatorie erano di due tipi. Una dedicata ad unità abitative e una per centri collettivi. Nella prima le realtà interessate sono tre per un totale di 376 posti. Si tratta della cooperativa sociale «Nuove accoglienze» che si è vista aggiudicare 50 persone, la seconda la Coop. «Teranga» che se n’è vista aggiudicare 100 e la coop. «Aurora» per 85 unità. Per la seconda graduatoria i partecipanti aggiudicatari sono cinque. Si tratta sempre della Coop. «Nuove Accoglienze» per altri 50 posti, sempre «Teranga» per 44 posti e sempre la coop. Aurora per 85 unità. A questi si aggiungono l’associazione di volontariato «San Rocco Onlus» con 10 unità e il Comitato Cri Bassa Romagna con 30 posti.
IL CASO DELLA COOP. AURORA
Tra gli aggiudicatari dell’affidamento la cooperativa sociale Aurora, una realtà di tipo spurio non collegata a nessuna centrale, ha ottenuto la possibilità di ottenere 311 persone suddivise nelle due diverse tipologie di graduatoria. Per quanto riguarda la disponibilità in strutture abitative con capacità massima di 50 posti la quota aggiudicata è di 226 unità mentre per quella messa a disposizione grazie alla presenza di unità collettive con una capacità massima di 50 posti, la quota si ferma a 85. Numeri importanti che lasciano però qualche interrogativo aperto viste alcune situazioni precedenti abbastanza delicate. La stessa cooperativa, infatti, quattro anni fa gestiva il centro di accoglienza realizzato nella città adriatica all’interno dell’ex Hotel Kitty e nel 2015 venne esclusa dal committente comune di Cervia nella gestione. Una risoluzione del contratto in essere tra le parti causata «da irregolarità emerse nelle modalità di svolgimento del servizio e inadempimenti» come hanno affermato dallo stesso Comune di Cervia «a seguito di ispezioni disposte dall’organismo di vigilanza della Prefettura di Ravenna». Una decisione che è stata poi confermata, nel mese di giugno di quest’anno, dalla sentenza del tribunale di Ravenna (512/2019) che ha respinto le istanze risarcitorie del contenzioso che la stessa cooperativa aveva fatto nei confronti dell’amministrazione cervese. 
COSA DICE IL CODICE APPALTI
Ora, e qui nasce la perplessità, la stessa cooperativa si trova ad essere stata di nuovo inserita all’interno della graduatoria redatta dalla medesima Prefettura di Ravenna. Situazione particolare visto che all’interno del codice degli appalti, l’articolo 80 comma c-ter afferma che si può venire esclusi dalla partecipazione di una procedura d’appalto, e questa ne rientra a tutti gli effetti, se «l’operatore economico abbia dimostrato significative e persistenti carenze nell’esecuzione di un precedente contratto di appalto o concessione che ne hanno causato la risoluzione per inadempimento».
I NUMERI NELLA ROMAGNA FAENTINA
Dal 2015 ad oggi la situazione dei migranti presenti e distribuiti all’interno dei sei comuni della Romagna faentina è cambiata. Nel 2016 furono 252 mentre l’anno successivo la Prefettura di Ravenna attribuiva alla Romagna faentina il servizio di accoglienza per un numero massimo di 353 posti. Lo stesso numero di posti è stato confermato dall’ultima convenzione sottoscritta con la Prefettura per l’anno 2018. Il 2016 e la prima parte del 2017 sono stati caratterizzati da massicci arrivi continui. Ad agosto 2017 risultavano occupati 346 dei 353 posti in convenzione con una distribuzione di 227 persone a Faenza, 47 a Casola Valsenio, 24 a Castel Bolognese, 17 a Brisighella, 16 a Riolo Terme, 14 a Solarolo. Il 14 giugno 2019 i posti occupati sono scesi a 200 con 135 a Faenza, 17 a Solarolo, 16 a Casola Valsenio, 12 a Brisighella e a Riolo Terme e 8 a Castel Bolognese. Fino ad oggi, il corrispettivo del servizio di accoglienza è stato di 35 pro die/pro capite (incluso pocket money per euro 2,50/giorno) con la possibilità da parte dei richiedenti di poter usufruire di servizi e prestazioni legate all’inclusione, alla professionalizzazione e all’alfabetizzazione della lingua italiana. L’impatto sociale in questi quattro anni è stato molto basso in tutti i territori interessati. Attualmente, per effetto delle azioni poste in essere sul piano della formazione (inclusi corsi in materia di sicurezza), della formazione professionale e dell’orientamento all’inserimento lavorativo, anche grazie al supporto dei mediatori linguistico-culturali, oltre l’80% dei richiedenti in accoglienza sta svolgendo regolare attività lavorativa (prevalentemente in agricoltura, ma non solo). Attraverso Asp (come ente promotore, come ente ospitante o come presa in carico) e attraverso il Centro per l’impiego sono stati attivati oltre 60 tirocini formativi. Oltre 40 ragazzi usciti dall’accoglienza, in possesso di regolare permesso di soggiorno e di contratto di lavoro, si sono insediati sul territorio con contratti di affitto o con formule di ospitalità.
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