Ravenna, i commercianti del centro: «Sembra di vivere in un lockdown non dichiarato»

L’impressione di ritrovarsi in una sorta di lockdown non dichiarato accomuna la maggior parte dei commercianti, che si trovano comunque a sostenere le spese di apertura dei propri negozi nonostante in queste prime settimane di gennaio la clientela sia minima. «Di sicuro non c’è stata la corsa all’acquisto - raccontano le titolari del negozio Hope -, anche se il mese di dicembre è andato davvero molto bene. A dire il vero anche adesso non è che vada male, nella prima settimana di gennaio si è venduto, ma di gente ce ne è meno. Molti sono a casa alle prese con la quarantena e anche di turisti non se ne vedono. A marzo saranno otto gli anni di apertura, ma di sicuro un anno come questo è da considerarsi a sé. Da fine mese, come abbiamo fatto l’anno scorso, inizieremo a proporre, oltre ai pezzi in saldo, anche capi della nuova collezione e ci auguriamo che il “giro” riprenda a breve». Sulla stessa lunghezza d’onda la titolare di Q calzature e abbigliamento, che precisa: «sembrava stesse andando bene, ma poi il flusso si è fermato. Di recente ho parlato con un rappresentante che mi ha detto che a Bologna la situazione è identica, il problema, quindi, non è solo di Ravenna». Non usa invece mezzi termini Sara Neri, titolare di Patù Superfluo Necessario, secondo cui «novembre è stato un mese ridicolo, così come lo è stato Natale. I saldi non servono, la gente non è in giro: non è tanto una questione di quarantene, quanto di paura». Titolare del negozio da cinque anni, Neri avanza una lettura dei prossimi mesi molto negativa: «purtroppo non ci sono soldi e noi commercianti dobbiamo essere cauti negli acquisti. Io sono fortunata, occupandomi di oggettistica da regalo e di complementi d’arredo non sono vincolata alla moda, ma conosco colleghi disperati in quanto hanno già comprato le nuove collezioni e la merce che arriva è da pagare. Personalmente preferirei un lockdown ufficiale: non mi importa di ricevere rimborsi, basterebbe risparmiare sulle bollette». Un altro tema caldo riguarda invece i fornitori: «l’anno scorso molti hanno chiuso e, oltre a questo, un altro problema è stato quello di riuscire a fare arrivare la merce ordinata». «In questo momento – precisano dal negozio Griffe &Shoes Junior – le vendite sono ferme, anche se dicembre non è andato male. Negli ultimi giorni, però, rileviamo pochissimo movimento e in strada non passa nessuno». (fe.fe.)