Ravenna, allarme sicurezza, migliaia di adesioni ai gruppi WhatsApp

Romagna | 11 Dicembre 2017 Cronaca
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Barbara Gnisci e Silvia Manzani - Al 95esimo posto per numero di rapine, all’80esimo per le truffe, al 94esimo per scippi e borseggi, al 95esimo per i furti in abitazione. Non brilla sul tema sicurezza, la provincia di Ravenna, nell’ultima indagine del Sole24Ore sulla qualità della vita. Nella classifica generale, infatti, occupa quest’anno la 23esima posizione su 110 realtà, perdendo 11 posizioni sul 2016. Tre anni fa era arrivata al primo posto in Italia (questa volta in pole position c’è Belluno). Posizionata tra Parma e Modena, Ravenna è invece tra le prime dieci per quanto riguarda la percentuale di impieghi su depositi bancari (sesta), il basso tasso di emigrazione ospedaliera (settima), la brevità delle cause civili (sesta).
 
CANTARELLI: «IN MIGLIAIA SU WHATSAPP»
«Lo diciamo da tantissimo, almeno da cinque anni, quando ho aperto insieme a un vicino di casa la prima chat di quartiere: Ravenna non è una città sicura». Roberto Cantarelli nella vita fa il macellaio. Nel 2012, su WhatsApp, ha cominciato a mettere in rete gli abitanti della zona di via Sant'Alberto fino ad espandere l'idea a tutta la città e, oggi anche a buona parte della Romagna (Cesena, Forlì, Faenza, Forlimpopoli): «Siamo stati i primi in Italia a mettere in collegamento un'intera città. Oggi, considerando anche le province limitrofe, siamo arrivati a contare 26mila utenti». Su Ravenna sono attivi, in particolare, due gruppi: «Sos Ravenna chat» e «Ravenna indipendente», oltre a un gruppo di 762 anziani che, non avendo accesso ai social, comunica le segnalazioni di persone sospette e tentati furti via sms: «Stiamo anche dando vita a una chat dedicata alle donne e alle tentate violenze» sottolinea Cantarelli. Tramite referenti e sotto-gruppi di quartiere, in sostanza, si tiene sotto il controllo il territorio, ci si inviano notizie e ci si tiene in contatto con la polizia e i carabinieri: «Il nostro apporto è importante anche nell'ottica di tenere vigilate le zone più scoperte, soprattutto di notte - conclude Cantarelli -. I problemi più comuni sono le truffe agli anziani, i furti in casa, le spaccate alle auto. Sono quindici/venti le segnalazioni che arrivano ogni giorno, soprattutto dal forese. Le classifiche hanno 'salvato' Ravenna negli anni scorsi perché non sempre si va a denunciare. Ma noi, che abbiamo il polso della situazione, sappiamo bene che bisogna stare attenti anche in una città all'apparenza tranquilla come questa».
 
GIACOMINI (PM): «PIU’ FORTI COL DECRETO MINNITI»
«Per quanto riguarda la sicurezza nella provincia di Ravenna – spiega Andrea Giacomini, Comandante della Polizia Municipale – dobbiamo fare una ponderazione rispetto al livello nazionale. Per esempio, un dato allarmante è quello dell’aumento dei furti nelle abitazioni, mentre nel nostro territorio, sono addirittura in calo». Sebbene Ravenna sembra sia scesa nella qualità della vita, ciò non necessariamente è sinonimo di una città meno sicura: «Quella del Sole24Ore – riferisce il Comandante - è una classifica complessa che tiene in considerazioni vari aspetti e di certo, se confrontiamo questa città con la Ravenna del passato risulta essere meno sicura, ma se invece la paragoniamo con il resto dell’Italia, dove in generale c’è stato un peggioramento a livello nazionale, Ravenna rappresenta ancora un’isola felice. Credo che spesso la sicurezza percepita risenta dei cambiamenti sociali in atto». Le azioni della Polizia Municipale sono aumentate, ma soprattutto in seguito al decreto Minniti: «Oltre a interventi per la sicurezza stradale, per contrastare il degrado urbano e i comportamenti ‘maleducati’, ora ci occupiamo anche di sicurezza urbana compiendo accompagnamenti di persone straniere, allontanamenti dal territorio nazionale e arresti. Siamo diventati una vera e propria forza di polizia». Non è aumentata, d’altro canto, la pericolosità per strada, visto che non si registrano intensificazioni di stupri, scippi e furti: «Sono diventato Comandante l’8 luglio di quest’anno, quindi potrei dire che parlo quasi più da cittadino. Quando sono arrivato, ho trovato varie situazioni incancrenite sulle quali stiamo lavorando. Credo che il nostro compito sia quello di difendere lo stato attuale delle cose, senza accontentarsi e cercando di ambire sempre al massimo».
 
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