Piccola guida ai tanti audiolibri dialettali romagnoli disponibili in rete e sul mercato

Romagna | 22 Aprile 2019 Tradizioni
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Una piccola guida ai tanti audiolibri dialettali romagnoli disponibili in rete e sul mercato Scor cum tu mé! Ma ascolta in cuffia!
Quello dell’audiolibro è un settore mercantile - ma facciamo pure un costume - che in Italia non vuole proprio saperne di decollare. Peccato, perché al di là di una generazione cresciuta coi RaccontaStorie di Paolo Poli & Co. (segnatamente la generazione dei quarantenni, condannati a non farsi capire né dai 60enni né dai ventenni...), all’estero e specialmente nei paesi anglosassoni quella dell’audiolibro è una consuetudine. Che può far sorridere - vedi quell’episodio dei Simpsons in cui Homer, credendo di essere prossimo alla morte, passa la sua ultima notte ascoltando La Bibbia letta da Barry White, sigh... -, ma in realtà non solo è un validissimo strumento narrativo e affabulatorio per i non vedenti, ma è anche capace di lasciare tracce tangibili del passato, non solo attraverso i modi di scrivere, ma anche attraverso i modi di leggere e interpretare un testo. Se poi parliamo di lingue in vie di estinzione come il dialetto romagnolo, beh, il potenziale di uno strumento come l’audiolibro - per non parlare dei suoi moderni derivati a cominciare dai podcast radiofonici in rete - è sotto gli occhi di tutti; anzi, proprio sotto le orecchie!
Non è per niente un caso che uno dei progetti più importanti per la preservazione della lingua dei nostri avi sviluppato in provincia di Ravenna sia dedicato a materiali audio, precisamente il Centro per il dialetto romagnolo della Fondazione Casa Oriani, che cataloga «la documentazione relativa ai beni linguistici, ai patrimoni di conoscenze di tradizione orale e alla cultura materiale nella zona compresa entro i confini linguistici della Romagna», grazie a incisioni raccolte a suo tempo da Giuseppe Bellosi (a tutti gli effetti partito praticamente come etno-musicologo), Alessandro Sistri e altri ricercatori a partire dagli anni ‘70. Digitalizzazione e catalogazione sono state curate da Cristina Ghirardini. Presso Casa Foschi, a Castiglione di Cervia, è possibile avere accesso a tutte le registrazioni, le cui anteprime di 40 secondi sono reperibili sul sito casafoschi.it.
Dai contigui ambiti dell’Istituto Friedrich Schürr arriva poi la benvenutissima notizia di un progetto che a Faenza anelano in molti: la digitalizzazione della trasmissione Scorr cum u t ha insigne tu me di Radio 2001 Romagna, realizzata a suo tempo da Giuliano Bettoli con Mario Gurioli e tanti ospiti, di grande importanza per la storia del dialetto romagnolo del secondo Novecento. Lo Schürr ha peraltro un fornito archivio di videocassette che documentano trebbi poetici e rappresentazioni di teatro dialettale, anch’esse adatte a venire trasformate in audiolibri comodamente scaricabili dalla rete o inseribili in un archivio come quello di Casa Foschi.
In cantiere ci sono peraltro altri progetti su libri da tradurre in formato audio ma esistono già esemplari disponibili in rete. Il sito Dialetti Romagnoli in rete del prezioso linguista Davide Pioggia ha, ad esempio, una sezione dedicata proprio agli audiolibri, dove trovano spazio la bellezza di sei pubblicazioni. Si tratta di La mórta e e’ cazadòur di Gianni Fucci (raccolta Maggioli dell’81 con audio inciso dall’autore), Pauri di Maurizio Balestra (racconti del 2009), la raccolta Poeti del dialetto a Cesena (uscita originariamente con cd allegato e letture di Serena Comandini, Franco Mescolini, Nino Severi e Ilario Sirri), due volumi di sonetti di Arrigo Casamurata (incisioni degli anni ‘90) e La butega ‘d Jacmein di Davide Barbieri (2007, nel dialetto di Novafeltria).
E’ poi in via di conclusione il complesso iter di «Compatto», monumentale quadruplo cd di registrazioni del grande Raffaello Baldini, alle prese con le sue poesie, pre-acquistabile a 33 euro sul sito www.produttoriassociati.com. Rimanendo sulle poesie di Baldini, anche il ravennate Rudy Gatta le ha interpretate e incise nel volumetto E’ mònd… e rcminzé tòtt da capo (Danilo Montanari, 2013), il cui ricavato va peraltro meritoriamente a finanziare la Fondazione «Dopo di noi».
Detto che sul sito web del compianto Giovanni Nadiani si trova qualche prezioso file mp3 con canzoni interpretate anche da Serena Bandoli, nonché alcuni estratti audio da spettacoli portati in scena dall’eclettico poeta-linguista faentino, è recentissima la pubblicazione del libro con cd allegato La sciuptèda, lettura in musica con la grande Elena Bucci accompagnata da Luigi Ceccarelli (elettronica e regia del suono) e Paolo Ravaglia (clarinetti), su monologhi in dialetto romagnolo di Miro Gori (info sul sito de Le Belle Bandiere).
E mentre ci appuntiamo che in quel di Milano esiste un’audioguida in dialetto alla città (se vi interessa è sui bus turistici del circuito City Sightseeing Italy), cogliamo l’occasione per lanciare un appello a tutti quelli che conservano qualche cassettina impolverata con i racconti del nonno, la visita improvvisa del fulestar di turno o anche solo le voci dei parenti trapassati che in vita loro parlarono il romagnolo come prima lingua. Non date per scontato che siano smagnetizzate e rivolgetevi a Casa Foschi o all’Istituto Schürr. Potreste avere in casa un tesoro di quelli che - statene pur certi - non vi arricchirà, ma magari arricchirà il bisogno di radici, di risposte e di testimonianze di chi verrà dopo di noi. (f.sav).
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