Motociclismo, l'analisi dell'ex pilota Loris Reggiani: «Un anno da applausi per il Team Gresini, nel 2024 Marc Marquez può vincere il titolo»
Tomaso Palli
Salutato un 2023 che ha incoronato Francesco «Pecco» Bagnaia campione del mondo della MotoGp per il secondo anno consecutivo, la classe regina ha già dato il benvenuto alla nuova stagione con i consueti test di Valencia. Il Team Gresini, chiusa una stagione comunque molto positiva tra podi, piazzamenti, due vittorie in sprint race (ottenute da Alex Marquez) e una nella gara della domenica (conquistata da Di Giannantonio), si è ritrovata nel box l’intera famiglia Marquez visto che, salutato «Diggia» e confermato l’ottimo Alex, è ora presente anche Marc, la grande attrazione della prossima stagione. E l’otto volte iridato, dimenticate le difficoltà in Honda, non ha perso tempo spaventando un po’ tutti: prima volta sulla Ducati e già quarto tempo, nei test, a +0.171 da Vinales primo. Il punto della situazione e un’analisi dettagliata di quello che è stato e di quello che sarà tocca a Loris Reggiani, ex pilota e commentatore.
Reggiani, partiamo dai test di Valencia: si aspettava un Team Gresini, e Marc Marquez, così veloce?
«Sinceramente sì. Alex era già davanti due giorni prima con tempi molto buoni, ma in generale è andato bene per tutta la stagione. Non mi aspettavo niente di meno da lui e dal fratello: anche se all’esordio, Marc non mi ha sorpreso. Al contrario, invece, Luca Marini sulla migliore Honda del test».
Un passo indietro: Bagnaia campione del mondo è l’esito che pensava?
«Pensavo che Ducati potesse chiudere qualche rubinetto a Martin per non lasciar vincere un team esterno a discapito di quello ufficiale. Non è accaduto, sono rimasto favorevolmente stupito e si sono giocati il titolo in pista ma, ad un certo punto, sembrava che nessuno dei due volesse vincerlo».
In che senso?
«Non mi ricordo nella storia della top class titoli vinti con così tanti zeri. Detto questo Bagnaia resta un fenomeno, un campione».
Torniamo al Team Gresini: era difficile ripetere la stagione del terzo posto con Bastianini, ma i risultati sono stati positivi anche quest’anno.
«Fossi in loro, sarei molto contento. Dopo l’anno di Bastianini era dura poter bissare quanto fatto: non ci sono riusciti, ma chi avrebbe mai pensato a un Alex Marquez così veloce? E chi poteva immaginare la crescita di Di Giannantonio arrivato addirittura a vincere una gara? Il bilancio deve essere più che positivo».
Una crescita, culminata con la vittoria in Qatar, che gli ha permesso di trovare una sella: come si spiega la parabola di «Diggia»?
«Credo in ciò che dice lui: un lungo lavoro partito dall’anno scorso e mai concluso. È riuscito a costruirsi, nel tempo, migliorando gara per gara. Mi fa venire in mente un po’ Sinner, anche se forse esagero. Ecco, mi ricorda un po’ Dovizioso: si costruiva piano piano e, una volta arrivato con testa, sacrificio e impegno non tornava più indietro. Auguro a Di Giannantonio di riuscire a migliorarsi ancora. Anche perché rischiava grosso senza quella vittoria».
A piedi, ma sarebbe stato giusto?
«Il Motomondiale di oggi brucia piloti in fretta perché costa troppo e non c’è tempo per aspettare nessuno. Devi dimostrare di andare forte già il primo anno e lui era già al secondo».
Sembra che Marc Marquez, entrato nell’hospitality del Gresini, abbia detto di voler vincere il Mondiale. Può essere già un favorito?
«Oltre a Bagnaia, ci sarà ancora Martin e, secondo me, anche Bastianini. Tutti piloti con una moto del 2024 mentre Marquez guiderà la 2023, ma Ducati ha dimostrato che la moto dell’anno prima è sempre andata molto bene, a volte anche meglio. Penso che Marquez potrà essere in lotta come lo è stato Bezzecchi quest’anno e come spero lo sarà, insieme a Di Giannantonio, anche il prossimo. Quindi
perché non Marquez? Anche se ho un grande dubbio».
Quale?
«Non riesco ancora a capire, anche dopo Valencia, se sia tornato il Marquez che è stato. Forse gli basterà essere al 90/95% per battere gli avversari ma non lo so. Capiremo dopo le prime gare».
Dovesse essere competitivo rischierà di rompere un equilibrio fino ad oggi presente in Ducati?
«Penso sì. Ma magari si sarebbe già rotto qualcosa, quest’anno, se Bastianini fosse stato della partita. Uno come Marquez, secondo me, potrebbe far saltare un po’ di equilibri, sempre che ritorni ad andare come andava
o quasi».