Lugo, pericolo di reiterazione del reato: l'ex infermiera Poggiali resta in carcere
L'ex infermiera 48enne dell'Ausl Romagna Daniela Poggiali deve rimanere in carcere. Lo ha deciso ieri il Tribunale della Libertà di Bologna respingendo la richiesta formulata dagli avvocati della donna di annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare che la vigilia di Natale aveva fatto finire la 48enne in cella a Forlì per "pericolo di reiterazione del reato". La Poggiali è stata condannata in primo grado all'ergastolo per l'omicidio di un suo paziente, il 95enne Massimo Montanari, lo scorso 15 dicembre. L'ex infermiera divenuta tristemente nota per le foto che la ritraevano con i pollici alzati accanto ad una paziente appena deceduta è stata condannata all’ergastolo, nel 2016, per l’omicidio della paziente 74enne Rosa Calderoni avvenuto nell’aprile 2014, è stata assolta due volte in appello ed è in attesa dell’appello-ter. Il «caso Montanari» era già emerso durante il procedimento per l’omicidio della Calderoni, quando il pm Angela Scorza aveva elencato altre 38 morti sospette avvenute nel reparto di Medicina sempre quando era di turno l’infermiera. Montanari, imprenditore di Conselice, era il datore di lavoro del fidanzato della Poggiali che si licenziò dalla ditta dopo alcuni attriti con la direzione. Durante il processo in Assise per la morte della Calderoni, l’accusa aveva chiamato a testimoniare la segretaria di Montanari per delineare il profilo dell’infermiera. La donna raccontò che, nel giugno del 2009, la Poggiali era andata negli uffici dell’azienda per portare un certificato medico del fidanzato che era malato. Seccata per essere dovuta andare nella ditta, l’infermiera aveva prima apostrofato la segretaria dicendole «scendi giù da quei tacchi che sei ridicola» poi minacciato sia lei che Montanari dicendo «state attenti di non capitarmi tra le mani, perché io vi faccio fuori».