La dimensione influenza anche il carattere del cane? Le risposte di un'educatrice cinofila

Proseguiamo la collaborazione con l’educatrice cinofila Carlotta Nucci del centro Wild dog training asd Faenza che su queste pagine da suggerimenti utili sulla gestione dei nostri pet. Uno dei temi su cui vengono espressi moltissimi luoghi comuni è quello che la dimensione del cane possa incidere sul suo comportamento: non è detto che tutti i San Bernardo siano affabili come Nebbia (il cane di Heidi) come non è assolutamente detto che tutti i Chihuahua siano degli isterici pupazzetti da borsetta. Vero è, invece, che nella gestione dei cani di dimensioni estreme – sia in grande che in piccolo – molte volte siamo noi padroni ad influenzare- e in negativo- il comportamento. Questo perché non è semplice fornire al pet esperienze ed interazioni adeguate: con i cani toy tendenzialmente ci sentiamo sempre di doverli proteggere, e dunque loro saranno spinti a sviluppare insicurezze che possono portare a reazioni “scontrose”. Il classico esempio è quello della signora che passeggia col suo micro-barboncino e all’incontro con un qualsiasi altro cane di mole maggiore lo solleva alla velocità della luce ed il povero malcapitato si troverà ad un metro da terra stretto fra le braccia della padrona ed inizierà ad abbaiare divincolandosi come un pazzo, pensando di essere stato appena salvato da un pericolo imminente che, ahimè, viene collegato direttamente al cane appena transitato. Coi cani grandi, invece, non è semplice trovare compagni di gioco adeguati alla stazza e le stesse persone potrebbero tendere ad allontanarsi poiché intimorite dalla dimensione. E’ comunque sempre consigliato favorire le interazioni fra cani che giocano alla stessa maniera (che sia la lotta, piuttosto che la corsa o altro) o che possano “competere” fisicamente se il gioco è particolarmente da contatto. Un altro fattore che può influenzarci e di conseguenza influenzarli è la razza: in un mondo ideale, in cui padroni informati e preparati gestiscono al meglio i loro cani, enfatizzando i tratti positivi di quella razza, non avremmo problemi di sorta. Bisogna infine considerare che spesso i cani di dimensioni estremamente grandi o estremamente piccole hanno un bagaglio di esperienze limitato, dovuto proprio alla difficoltà nella gestione quotidiana: i giganti sono “scomodi” da portare in giro, i mignon possono anche rischiare di essere inavvertitamente non visti e schiacciati. Queste ed altre banali situazioni possono far desistere un proprietario dal far socializzare il cane, che quindi resterà orfano di importanti tasselli nel suo vissuto. Sicuramente tutti i cani sanno di essere più o meno grandi di altri, c’è una propriocezione in loro, e se riuscissimo a gestire gli incontri coi loro simili, ma anche con gli esseri umani in maniera corretta, ovvero con una supervisione che non sfoci mai nel controllo, gli renderemmo le cose più semplici.