Gianni Siroli: «Raoul Casadei ha imposto un suo stile, è stato anche contestato ma poi ha fatto scuola»

«Conobbi Raoul negli anni ’80, quando le mie trasmissioni nella tv locale ebbero successo. Lo incontrai grazie a Mario Viola, padre della Miss Italia Mirca Viola e coordinatore dei club di Raoul Casadei. Ci vedemmo a casa di Ivan Novaga, insieme a impresari musicali e televisivo. Io ero l’inventore di Scacciapensieri, ma mi veniva riconosciuto un ruolo nella promozione locale del liscio. Mi presentai con un’auto un po’ malmessa: la casa di Novaga era in collina e finì che lui e Raoul dovettero spingerla per farmi ripartire! Più tardi, già nei ’90, con Raoul collaborai per un programma, Liscio, striscio e busso, nel quale ogni puntata prevedeva un collegamento da casa di Raoul, che raccontava storie dell’orchestra Casadei. Mi innamorai di una sua canzone, Profumo di balera, e gli chiesi di usarla come sigla di un programma. Raoul accettò e volle comparire nella sigla, che girammo in una carraia a Villanova di Forlì. A un certo punto un contadino ci venne incontro e mi chiese: “A sit Siroli?”. E io avevo Raoul Casadei a mezzo metro! Raoul questo episodio lo raccontava sempre a tutti, quando ci incontravamo. Se penso al suo lascito credo che lui abbia fatto quello che era inevitabile con la musica solare: trovare una sua dimensione che lo distinguesse dalle altre orchestre. Non si allontanò poi così tanto dalla tradizione, ma quelle novità incontrarono la diffidenza di molti. Ebbe, insomma, le sue difficoltà, ma oggi lo stile che ha imposto è diventato la normalità. Riuscì a portare il liscio in tutta Italia grazie alla tv, di cui Secondo Casadei non poté disporre. E’ un mezzo che aiuta ad avvicinare i personaggi alla gente. I riscontri di questi giorni dimostrano quanto la fama di Raoul fosse assolutamente nazionale».