Faenza, «Più attenzione al volontariato, alle imprese e ai bisogni sociali» queste le alte richieste della città

Romagna | 07 Agosto 2020 Cronaca
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Riccardo Isola - Quarta puntata della nostra inchiesta sulle richieste che la società civile, il mondo economico e associativo rivolge ai candidati a sindaco. 

MAURO ALTINI (ASSOCIAZIONE PER LA TORRE DI ORIOLO)
«Sicuramente non partiamo da zero. In questi anni abbiamo tracciato una direzione ben precisa per quanto riguarda la promozione e la valorizzazione del comparto vitivinicolo in seno alla vocazione anche turistica che questo settore ricopre. Una collaborazione tra aziende, associazioni e amministrazione che sta dando buoni risultati. Per questo la prima cosa che mi viene da chiedere come presidente dell’associazione Torre di Oriolo al futuro sindaco di Faenza è di continuare su questa linea. Anzi a dir la verità qualche cosa in più, migliorativa sicuramente si può fare. Come vitivinicoltori e come custodi di un territorio ricco di fascino e potenzialità crediamo che serva ancora maggiore voglia promozionale. Magari puntando anche in periodi cosiddetti di bassa stagione. Attraverso i canali istituzionali si potrebbe e dovrebbe mettere al centro anche il mondo vitivinicolo e agrituristico cosi come è stato fatto molto efficacemente in questi anni per la ceramica. Siamo economia, storia e cultura di questo territorio per cui crediamo che in determinati contesti, sia fisici che più “virtuali” il mondo del vino possa trovare maggiore rappresentanza e rappresentatività. Un esempio? Nel futuro palazzo del Podestà, nei momenti di rappresentanza istituzionale, come cerimonie, eventi pubblici o comunque in tutti quegli spazi, di proprietà pubblica, dati in concessione ad uso commerciale per somministrazione di cibo e bevande, dovrebbe poterci essere una clausola di avere una maggiore presenza di prodotti, agricoli e vitivinicoli, del territorio. Nelle vicine Marche, nella Toscana e in molte altre realtà sparse per l’Italia questa non è una forzatura ma una quotidiana realtà che sta dando importanti risultati per le aziende e quindi per il territorio».

CLAUDIA SCARPELLI (PRES. CONSULTA VOLONTARIATO)
«Il mondo del volontariato a Faenza è un ambito importante, partecipato e strategico anche se inizia a soffrire un po’ di quel ricambio generazionale fondamentale per dare continuità d’operato. In totale, alla consulta, sono iscritte una novantina di realtà differenti. Un attivismo che non può però essere abbandonato e lasciato a se stesso. Ci sono infatti alcuni problemi che crediamo, dal mondo della politica e dell’amministrazione pubblica, debbano trovare risposte. In primis quello degli spazi. E’ vero che la casa del volontariato offre disponibilità e ospitalità ma sappiamo che molte associazioni vorrebbero poter essere più autonome e autosufficienti, a Ravenna recentemente hanno inaugurato uno spazio capace di dare questa risposta, la carenza di spazi è un priorità. Altra questione importante è la necessità che si trovino fondi per aiutare le realtà più piccole e meno strutturate. Basti pensare che a causa del Covid-19 molte associazioni si sono fermate e ora la ripartenza è più difficile. Infine il progetto del ‘Dopo di noi’. Questa è una priorità. Le famiglie con disabili sono molto preoccupate per il futuro. Bisogna che la comunità sappia dare risposte, sia in ambito abitativo che di inclusione sociale e personale, in grado di tranquillizzare e offrire valide alternative nel momento in cui il disabile purtroppo rimane solo. Infine per quanto riguarda il comparto ambientale, molto dinamico in ambito associativo e di volontariato, soprattutto da parte dei più giovani, chiede risposte per poter operare nelle aree verdi della città e soprattutto in ambito di politiche più efficaci della raccolta e differenziazione dei rifiuti».

ARIANNA MARCHI (PRESIDENTE COOP. ZEROCENTO)
«Come operatori sociali siamo abituati a stare nella complessità: complessità delle relazioni, delle dinamiche, delle emozioni. Ma ci stiamo accorgendo che le complessità nelle nostre comunità e nei processi che le regolano stanno crescendo: gli intrecci e le intederdipendenze, sono sempre più strutturati e invisibili ad uno sguardo superficiale. Ecco, vorrei che Faenza fosse amministrata da una persona che non abbia paura ad affrontare la complessità, che sia in grado di comprenderla senza trascurarla e di semplificarla senza banalizzarla. In conseguenza della sempre crescente complessità, ritengo fondamentale che chi amministrerà Faenza nei prossimi 5 anni sia in grado di costruire una progettazione per la comunità. Abbiamo bisogno di sapere dove vuole accompagnare il suo sviluppo sociale ed economico perché solo in questo modo possiamo continuare ad investire nella formazione delle nostre socie e dei nostri soci. Abbiamo bisogno di cominciare adesso ad investire sulle competenze necessarie per gestire i servizi che risponderanno ai bisogni di domani. Infine se non avessimo l’abitudine al sogno non avremmo la motivazione per cominciare a lavorare ogni mattina. Con ogni persona che incontriamo ogni giorno nei nostri servizi, siano essi bambini piccoli che cominciano il loro percorso nella vita o anziani che invece quel percorso lo stanno portando al termine, che siano ragazzi con esperienze di vita di un dolore inimmaginabile o adulti a cui la vita ha regalato cicatrici un po’ troppo profonde, con ognuno di questi sogniamo il loro futuro. Il sogno per noi è il desiderio di giorni nuovi in cui essere protagonisti della propria vita. Vorremmo quindi che Faenza sia amministrata da una persona in grado di fare sognare la propria comunità, di farle desiderare, in maniera quasi impaziente, il futuro».

CARLO DALMONTE (PRESIDENTE CAVIRO)
«Mi auguro che sia una campagna elettorale dove si parli tanto di lavoro, di imprese, di ambiente e di economia, tenuto conto anche il momento che stiamo vivendo, dopo i mesi di emergenza sanitaria da Covid, oggi e domani la crisi economica si farà sentire anche dalle nostre parti». Carlo Dalmonte, presidente del gruppo Caviro, la più grande realtà italiana vitivinicola, nata nel 1966 a Faenza, con oltre 330 milioni di euro di fatturato, presente in 70 Paesi dove esporta e oltre 13mila soci, consiglia così i candidati. «Non entro nell’analisi delle personalità che hanno accettato la candidatura dai vari schierimenti politici, certamente negli ultimi 10 anni Faenza è stata amministrata con equilibrio e con grande passione da Giovanni Malpezzi, che a mio parere verrà ricordato come un bravo sindaco. La campagna elettorale appena cominciata è anomala, mai si era votato in un periodo estivo o quasi. Certamente da tenere in primo piano anche l’aspetto sociale ed i servizi socio-sanitari del territorio, che non devono perdere colpi rispetto ad altre città».
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