Riccardo Isola - La produzione vitivinicola romagnola è anche e sempre di più in tinta di rosa. Aziende, cantine e vigneron declinate al femminile crescono, per un’identità in calice che sorprende e ammalia. Questo si è potuto vedere, e assaggiare, alla fattoria Zerbina, splendida e storica realtà vitivinicola sui primi colli di Marzeno, a pochi passi da Faenza, il 18 giugno scorso.
Una vetrina in cui la storia e la biografia enoica di Romagna è stata presentata e vissuta da generazioni di donne che portano slancio e determinazione in questo lavoro fatto di sacrifici, sudore ma anche tante soddisfazioni. Ilaria e Serena (Ferrucci - Castel Bolognese), Cristina (Fattoria Zerbina - Faenza), Miranda e Giovanna (Madonia - Bertinoro) Raffaella (Bissoni - Bertinoro), Elisa Mazzavillani (Valpiani - Castrocaro Terme), Chiara (Condello - Predappio) e Silvia (Tenuta Casali - Mercato Saraceno) hanno presentato al pubblico le loro firme in bottiglia frutto di un’esperienza maturata in vigna sotto il sole dell’estate romagnola. Sette diverse interpretazioni di terroir enologico che dai grandi nomi della tradizione (Romagna Albana Docg e Romagna Sangiovese Doc) spaziano in produzioni più internazionali e identitarie. Un’immersione in sorsi di Romagna che hanno spaziato dai tannini presenti e aristocratici dei Sangiovese di Madonia alle fresche e sapide note dei bianchi di Valpiani passando per la firma inimitabile dei Sangiovese delle sorelle Ferrucci, che non hanno mancato anche di presentare l’ultimo nato, l’Albana secco «A Lei». Sempre in tema di novità il fragrante Brut Nature di Tenuta Casali, interpretazione stuzzicante della spumantizzazione made in Romagna fino ad arrivare ai suadenti, eleganti e botritizzati prodotti di casa Geminiani. Infine le note fresche e fruttate dei prodotti enoici di Condello hanno fatto eco alle autentiche e territoriali interpretazioni della Bissoni.
Una multiforme rappresentazione dinamica e personale di cosa voglia dire, oggi, fare vino con quel tocco femminile che sorprende e dimostra come la Romagna enoica possa dire molto e bene in termini di qualità. Questo il commento di Cristina Geminiani, ideatrice e promotrice dell’iniziativa: «Ho voluto realizzare la giornata di degustazione per condividere un percorso con alcune colleghe che, insieme a me, hanno contribuito alla crescita della qualità del vino romagnolo. Sono storie diverse - aggiunge - fatte sempre e comunque da donne determinate nel loro percorso in cui la curiosità si sposa con idee chiare, obiettivi, errori e fatiche sempre però unite dalla passione per il proprio lavoro e per le proprie produzioni. Una volontà comune nelle differenze - conclude - che esprime e promuove uno stile unico e riconducibile a chiare e differenti personalità in calice».