Faenza, il settore ceramico torna a crescere, da Coop Ceramica a Cerdomus

Romagna | 23 Gennaio 2021 Economia
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«Il 2020 poteva essere catastrofico, soprattutto dopo il primo semestre, invece si è trasformato in un anno tutto sommato positivo per la ceramica».
Tira un sospiro di sollievo Monica Domenicali, responsabile della Cgil Ravenna per il settore Ceramica. L’analisi collima con quella della Confindutria nazionale di settore. «La situazione è meno drammatica da quello che si poteva prevedere a fine del primo quadrimestre, la seconda parte dell’anno è andata molto meglio anche in provincia di Ravenna, le chiusure a fine anno sono state brevissime». Ma vediamo il trend delle principali aziende del territorio, molte situate tra Faenza e Castel Bolognese.

COOP CERAMICA
Coop Ceramica non ha chiuso a fine anno, solo per le festività ha osservato qualche giorno di pausa, «il mercato - sottolinea Domenicali - si muove di più rispetto al primo semestre. Non sappiamo da cosa è dovuto, in particolare il mercato estero appare più dinamico», mentre quello italiano deve ancora decollare e spera soprattutto negli effetti del Bonus 110% sulle ristrutturazioni. «Per Coop Ceramica anche sul piano esuberi siamo su una buona linea, non ci dovrebbero essere peggioramenti in futuro» chiarisce la responsabile della Cgil.
EX CEDIR
A Castel Bolognese a fine 2020 è andata in porto (dopo un allungaento dei tempi di circa 6 mesi dovuti alla Pandemia) la nuova acquisizione di Italcer (fra i finanziatori c’è soprattutto l’imolese Alberto Forchielli con il suo fondo Mandarin), che ha acquisito la storica Cedir. «L’ex Cedir sta lavorando, il nuovo gruppo ha aperto nuove prospettive per i lavoratori, ci saranno buone idee per investimenti anche in futuro, il nostro giudizio sull’operazione di Italcer è soddisfacente». La nuova proprietà ha rassicurato anche i sindacati che non ci sarà nessuno spostamento in Emilia della produzione, lo stabilimento rimarrà in Romagna, dove lavorano poco più di 60 unità. Prima, nel 2019, era stata La Fabbrica (60/70 dipendenti) ad essere acquisita sempre dall’emiliana Italcer.

CERDOMUS
«Anche Cerdomus sta andando bene – sottolinea la Domenicali -, nel caso specifico stiamo lavorando per un contratto integrativo, che rappresenterebbe davvero un bel risultato dopo anni impegnativi». Occupati attualmente circa 160 dipendenti, «la Cig è stata utilizzata solo per marzo, aprile e inizio maggio, da giugno in poi tutto regolare. L’azienda ha tenuto bene, speriamo che il 2021 si confermi su questo trend».

SENIO BAGNACAVALLO
Notizie liete anche per la Senio Bagnacavallo, che produce pezzi di nicchia, ma di alta qualità. Dopo anni difficili, «la seconda parte del 2020 ha rappresentato un periodo di ripresa importante. La situazione appare rilanciata – conclude la Domenicali -, l’azienda ha superato bene lockdown, sono circa 30 i dipendenti occupati». (m.p.)
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