Faenza, caso Dister Energia, assolto l'ex presidente Bonetti
Il fatto non costituisce reato: con questa motivazione la Corte d’Appello di Bologna ha assolto Alessandro Bonetti dalle accuse che gli erano state mosse in qualità di presidente di Dister Energia.
L’accusa, partita da una verifica dell’Agenzia delle Entrate di Ravenna nel 2012 – e che ebbe all'epoca una forte eco mediatica – era quella di un’elusione di 1,3 milioni di imposta per gli anni 2009 e 2010 in relazione agli sgravi fiscali previsti dalla legge n. 102/2009 c.d. «Tremonti ter», di cui la società aveva beneficiato per la realizzazione della centrale.
Dister Energia ha realizzato e gestisce a Faenza un impianto per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, è partecipata dalla Federazione delle Cooperative della Provincia di Ravenna e occupa 30 dipendenti fissi, oltre a un indotto di 15 unità lavorative.
La sentenza penale segue quella a favore di Dister Energia emessa a dicembre 2015 dalla Commissione Tributaria Regionale di Bologna, che aveva confermato la correttezza dell’operato dell’azienda accogliendo il ricorso contro la sentenza in 1° grado della Ctp di Ravenna e annullando quindi gli avvisi di accertamento delle imposte emessi dall’Agenzia delle Entrate.
«Dopo 5 anni la sentenza della Corte d’Appello conferma anche il sede penale l’infondatezza delle accuse, annullando la sentenza di condanna di primo grado del Tribunale di Ravenna», afferma una nota della direzione di Legacoop Romagna.
«La gravità delle accuse e i tempi lunghi della giustizia italiana – prosegue la nota – hanno comportato il serio rischio di compromettere la continuità aziendale, sia in relazione ai rilevanti costi che si sono resi necessari per le spese legali di difesa, che ai provvedimenti adottati, nel frattempo, dall’Agenzia delle Entrate di sospensione dei rimborsi dei crediti fiscali maturati dall’azienda. Vi sono inoltre da considerare le conseguenze personali e umane derivanti, oltre che dal protrarsi per tanti anni della vicenda, anche dai provvedimenti cautelari che erano stati adottati nei confronti del presidente della società (sequestro e confisca dei beni per equivalente). Legacoop Romagna esprime soddisfazione per tale assoluzione e per vedere riconosciuto, anche in questa circostanza, il corretto operato delle proprie aziende associate e dei loro dirigenti e rappresentanti».