Faenza, alla Manfrediana un prezioso manoscritto del XVII secolo
Loris Rabiti, titolare della Libreria Antiquaria Docet di Bologna, ha recentemente donato alla Biblioteca di Faenza un importante manoscritto del XVII secolo, non firmato ma attribuibile agli architetti Domenico Paganelli e Domenico Castelli.
Il codice dal titolo ‘Misure della fontana di Faenza livelata et misurata dal anno 1618’ rappresenta un’importante testimonianza per la storia urbanistica della nostra città. La fontana fu iniziata nel giugno del 1583, con incarico all’architetto domenicano Domenico Paganelli, e momentaneamente sospesa nel 1585 per cause di natura economica. Fu poi ripresa nel 1614, per iniziativa del cardinale Rivarola e grazie a una imposta a essa dedicata, con il coinvolgimento dell’architetto ticinese Domenico Castelli, detto il Fontanino. Il 26 ottobre 1617 l’acqua sgorgò per la prima volta nella piazza uscendo da una colonna posta al principio del loggiato del Comune. Il codice, elegantemente decorato e al tempo stesso dalle forme e dimensioni di un maneggevole strumento di lavoro, potrebbe anche essere stato confezionato come segno del passaggio di consegne tra i due architetti, Paganelli e Castelli, che si verificò proprio in quell’anno. L’opera, notificata per “Dichiarazione d’interesse” da parte del Ministero dei Beni Culturali, è complementare al codice “Dechiaràtione dell’origine della pianta della Fontana pubblica di Faenza”, datato 1614 e conservato presso l’Archivio di Stato di Faenza. La motivazione del pregevole gesto da parte del dottor Rabiti intende essere un segno di affetto verso la città e la Manfrediana gravemente colpita dall’alluvione di maggio dello scorso anno.