Faenza, a Casa Spadoni le premiazioni per le grandi Albana di Romagna

Romagna | 13 Luglio 2018 Le vie del gusto
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Riccardo Isola - Anche quest’anno sono stati consegnati i premi per le migliori interpretazioni enologiche legate al vitigno simbolo della Romagna in calice: l’Albana. Con il concorso, giunto alla sua sesta edizione, curato da Carlo Catani e Andrea Spada per il Consorzio vini di Romagna, quasi una cinquantina sono state le etichette presentate dalla cantine. Di fatto si tratta dei due terzi della produzione «mondiale», come ricorda scherzosamente lo stesso Catani visto che si produce solo da Imola a Rimini. Questo evento itinerante permette così di promuovere e far conoscere l’Albana al grande pubblico attraverso sorsi diretti in location ed eventi sparsi per la Romagna. Giovedì 12 luglio, a Casa Spadoni di Faenza, si sono tenute le premiazioni. Due i premi assegnati ai primi tre vini classificati. Si tratta dell’omonimo «Albana Dèi» ai migliori Romagna Albana Docg di tipologia secco, decretato da una giuria tecnica composta da una dozzina di critici delle principali guide del settore, esperti enogastronomici, sommelier, commerciali vino e del premio «L’Indigeno del Cuore – premio Valter Dal Pane». Questo è il risultato finale del voto proveniente dalla giuria popolare (oltre 250 i votanti finali) che ha espresso il proprio giudizio nel corso di una serie di degustazioni di piazza che si sono svolte fra maggio e giugno a Brisighella, Oriolo dei Fichi, Dozza, Faenza e Bertinoro.  Il Romagna albana Docg, che nel 2017 ha compiuto 50 anni di denominazione, primo vino bianco a livello nazionale ad ottenerla, è sicuramente uno dei due cavalli di battaglia, assieme al Romagna Sangiovese Doc, dell’enologia romagnola. La sua versione forse più conosciuta è quella passita o «botritizzata», cioè ottenuta utilizzando uve colpite dalla muffa nobile Botrytis Cinerea, anche se negli ultimi anni, anche grazie a questo concorso, le sue versioni secche stanno conquistandosi spazio e apprezzamento collettivo. Prodotto in 22 comuni (7 nel bolognese, 5 nel ravennate e 10 nel forlivese-cesenate) in circa 880 ettari vitati, questo vino non può avere un titolo alcolometrico inferiore agli 11,5%. Il territorio più alto dove si coltiva il vitigno, inserito nella docg è Bertinoro, anche se viti di Albana si trovano anche a Modigliana e Predappio, per fare un esempio, ma non rientrano nell’areale del disciplinare e quindi non possono usare il nome «Albana» in bottiglia. Tanti sono i cloni esistenti, cioè le tipologie di uve, ma le più usate sono la Gentile di Bertinoro, Della Gaiano, Compadrona e Bagarona. Dall'uva Albana si producono cinque tipologie di vini Docg che sono «Secco», «Amabile», «Dolce», «Passito» e «Passito Riserva» e una tipologia di vino Doc lo «Spumante».

Ecco tutti i vincitori della gara in sorso

Il concorso ha premiato sei vini. Per quanto concerne la classifica del premio «Albana Dèi», decretato dalla giuria tecnica, a vincere su tutti è il vino «Cinquecento» 2017 della Tenuta Diavoletto di Bertinoro (Fc), al secondo posto si è classificato il Romagna Albana Docg «Valleripa» 2017 della Tenuta Casali di Mercato Saraceno (Fc) mentre sul terzo gradino del podio è salito il «Fondatori Gp» 2017 della Merlotta di Imola (Bo). Il Premio «Indigeno», quello cioè riconosciuto dai 250 assaggiatori del pubblico ha visto trionfare l’interpretazione in anfora della cantina Tre Monti di Imola «Vitalba» 2017. Al secondo posto si è piazzato il vino «Amedeo» 2016 di Stefano Zavalloni di Cesena mentre sull’ultimo gradino del podio si è insediato «Fiorile» 2017 del Fondo San Giuseppe di Brisighella (Ra).
 
 
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