Emergenza Ucraina, a Ravenna boom di disponibilità sull'Albo famiglie accoglienti, sono già trecento

Federica Ferruzzi - L’emergenza incombe e Ravenna risponde: sono circa trecento, infatti, le disponibilità arrivate sul sito dell’Albo delle famiglie accoglienti nel giro di appena 25 giorni per ospitare profughi ucraini. Ad offrirsi, come spiega Silvia Manzani, attuale referente di Refugees Welcome Italia a Ravenna, sono anche professionisti, quali psicologi o mediatori culturali, che mettono a disposizione la propria esperienza. Un numero alto, se si pensa che la normale attività di Refugees Welcome sul territorio ha visto una sola accoglienza avviata a febbraio scorso. «Le richieste sono moltissime - conferma Manzani -, il boom si è registrato in quasi tutt’Italia. Per quanto riguarda la nostra normale attività di accoglienza migranti, al momento è stato ospitato un solo ragazzo pakistano in tutta la provincia, anche se ci sono altre candidature che stiamo vagliando». Inevitabilmente i tempi per l’inserimento dei profughi ucraini, vista l’emergenza, sono stati più veloci. «Le verifiche continuano ad essere fatte, ovviamente - precisa la referente -, ma i tempi sono più veloci. E’ però vero che le persone già ospitate hanno trovato una collocazione non direttamente in casa con le famiglie, ma in appartamenti sfitti o attigui. In clima di normalità le accoglienze vengono effettuate con gradualità e le persone vengono sottoposte a corsi di formazione, ma qui la valutazione viene fatta in emergenza. Tutti coloro che si sono messi a disposizione sono comunque stati incontrati o contattati telefonicamente per approfondire alcuni aspetti legati all’accoglienza. In minore misura, ma comunque presenti, ci sono persone che si offrono per supporto psicologico, mediazione culturale e linguistica, trasporto, aiuti sanitari». I profughi arrivano con quasi nulla, ma la maggior parte ha comunque un punto di riferimento in città. «Ai ravennati che mettono a disposizione case vuote chiediamo se sono interessati ad avviare rapporti con la Prefettura per trasformare gli alloggi in Cas (centri di accoglienza straordinari). Qualcuno ha accettato, anche se i casi sono pochi». Per il momento, visto che il sistema di accoglienza istituzionale ha aumentato i posti a disposizione, non sono state avviate accoglienze in famiglie o in case vuote nella cornice dell’Albo. «All’interno dell’Albo, però, siamo ricorsi ad albergatori o proprietari di agriturismi e bed and breakfast per accoglienze di qualche giorno. Questo passaggio è stato particolarmente utile, ad esempio, quando i profughi erano in attesa dell’esito del tampone o di essere collocati nei Cas. Come Refugees Welcome, però, al di fuori dell’Albo abbiamo avviato due accoglienze ucraine e una partirà all’inizio di aprile. Si tratta, in tutti e tre i casi, di famiglie che hanno messo a disposizione appartamenti di proprietà per alcuni mesi».