Cna provincia di Ravenna: nel 2024 oltre la metà delle aziende teme un ulteriore rallentamento

Romagna | 11 Aprile 2024 Economia
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Si è chiuso il primo trimestre del 2024 e, con esso, iniziano a chiudersi anche i bilanci consuntivi delle imprese per l’anno 2023. È, quindi, momento giusto per tirare le somme ed indagare il sentiment delle imprese della Provincia di Ravenna. L'obiettivo dell’indagine condotta da CNA Ravenna è di analizzare in modo approfondito le prospettive economiche della provincia, valutare il livello di fiducia degli imprenditori e identificare le principali preoccupazioni che guidano le decisioni aziendali nell'anno in corso. Il campione analizzato è di oltre un centinaio d’imprese e l’analisi verrà ripetuta nella seconda parte dell’anno.
Rispetto alla tipologia d’impresa il campione rispecchia a grandi linee la composizione del tessuto economico provinciale. Da segnalare la crescita di nuove tipologie d’imprese: il 18%, infatti, non si riconosce nei mestieri tradizionali, mentre i settori più rappresentati per la platea CNA sono l’impiantistica, l’edilizia, la produzione-manifattura, l’acconciatura, l’estetica, ma non mancano i liberi professionisti e gli altri settori.
I dati segnalano che il campione d’imprese Cna della provincia di Ravenna ha avuto un 2023 positivo, con un fatturato in crescita per circa il 43%, stabile per il 34% mentre è diminuito per il 21%. Non va di pari passo la redditività (ovvero la capacità di creare utile) che è rimasta stabile rispetto all’anno precedente per il 37%, è diminuita per il 33% è invece aumentata per il 29%.
In frenata la propensione all’assunzione di nuovi dipendenti, la maggioranza infatti non prevede nuove assunzioni nei prossimi sei mesi (53%), si confermano però le problematiche nel trovare dipendenti per oltre l’83% delle imprese; tra le principali motivazioni spicca, con il 47%, la mancanza di competenze ricercate, al secondo posto con il 25% la mancanza di personale con la giusta disponibilità all’impegno in termini di orario e giornate di lavoro, per solo l’11% è un problema di stipendio inadeguato.
Il sentiment delle imprese nei primi mesi del 2024 è comunque positivo: il 55,7% riscontra vendite e ordinativi in linea con lo scorso anno, un 14% in aumento; mentre un 30,4% sta assistendo ad un calo. Buono anche l’indice di fiducia aziendale, che sfiora il 60%.
Diverso, invece, il sentiment rispetto all’andamento economico del Paese che vede prevalere la sfiducia, infatti il 55,7% intravede nei prossimi mesi lo spettro di un rallentamento dell’economia, mentre il 44,4% vede stabile o positivo l’andamento complessivo del Paese.
Tra le principali preoccupazioni degli imprenditori della provincia spiccano gli impatti economici delle tensioni geopolitiche e delle guerre con il 24,5%; il 18,3% teme il rallentamento dell’economia; l’11,7% la difficoltà a reperire personale; fanalino di coda, gli ipotetici impatti negativi dell’intelligenza artificiale.
Approfondendo il tema dell’alluvione, il 51,3% del campione non ha subito alcuna ripercussione, mentre il 38,3% ha subito danni indiretti, come il rallentamento delle attività o del fatturato. Il 10% ha subito danni diretti da allagamento o frane.
Tra chi ha subito danni diretti, le difficolta maggiori sono la tenuta psicologica ed il senso di abbandono (21%), il 15,8% è in difficoltà per i tempi troppo lunghi per avere i contributi dallo Stato e un altro 15% segnala la difficoltà a reperire risorse.
L’ultimo focus riguarda l’accesso al credito bancario, che è stato difficoltoso per il 20% delle imprese, mentre il 57,4% non ne ha avuto bisogno. Le necessità per chi si è rivoto al sistema bancario era per il 74% per gestione ordinaria, solo il 26% per investimento. Chi non ha trovato supporto dalle banche, nel 31,8% dei casi ha utilizzato risorse personali per le proprie esigenze, mentre il 27,3% ha cercato di migliorare il proprio rating; il 18,2% sta invece valutando strumenti alternativi di finanziamento, mentre il 18,2% ha abbondonato l’investimento.
“Crediamo sia utile raccogliere non solo i numeri ma anche il sentiment degli imprenditori – dichiarano Matteo Leoni e Massimo Mazzavillani rispettivamente Presidente e Direttore CNA Ravenna – che, come vediamo, segnala alcune criticità, come il timore sull’andamento economico del Paese, gli impatti delle tensioni geopolitiche, la difficoltà di reperire personale e l’accesso al credito. Doveroso un focus sull’alluvione, che ha coinvolto direttamente con allagamenti o frane circa il 10% del campione, facendo comunque rallentare il lavoro anche ad un 38% delle realtà imprenditoriali. Le preoccupazioni principali per le imprese colpite direttamente dall’alluvione sono i tempi troppo lunghi per i ristori dallo Stato e la difficoltà a reperire le risorse necessarie. Da non sottovalutare anche il senso d’abbandono che segnalano gli imprenditori. Ulteriore elemento di riflessione sono le difficoltà di accesso al credito che, come CNA, stiamo cercando di ridurre con il supporto dei nostri consulenti specializzati e di ArtigianCredito”.
 
 
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