Castel Bolognese, per Domenico Sportelli «Il Senio va tutelato di più»

Romagna | 27 Aprile 2018 Cronaca
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L’Associazione Amici del Senio è stata costituita nel 2014 per contribuire alla valorizzazione del Senio come fiume di storia, cultura e paesaggio e per svolgere un ruolo attivo nel creare consenso e partecipazione all'idea di un percorso ciclo-naturalistico e della memoria lungo il suo tragitto. «Siamo cittadini che trovano interesse per la salvaguardia e valorizzazione del fiume Senio. Il punto di vista che ci muove è quello della tutela storico-ecologico-ambientale del fiume, unito al tema della sua sicurezza» racconta Domenico Sportelli, presidente dell’associazione «Amici del Senio». 
Quali sono i comuni bagnati dal Senio?
«Il Senio è un torrente della Toscana e della Romagna lungo 92 km e bagna 12 comuni. Nasce in comune di Palazzuolo, dal Monte Carzolano, in provincia di Firenze. Ben presto entra in provincia di Ravenna e attraversa i territori dei comuni di Casola Valsenio, Riolo Terme, Brisighella, Faenza, Castel Bolognese, Solarolo, Cotignola, Lugo, Bagnacavallo, Fusignano e Alfonsine dove confluisce nel fiume Reno».
Questa via fluviale che valore storico ha?
«Il Senio nonostante sia un fiume piccolo, è carico di memoria e storia. Sul Ponte di Castello, chiamato allora Ponte di San Procolo, ci furono una serie di combattimenti importanti. Tra quelli possiamo segnalare la battaglia tra Bolognesi e Faentini nel 1170, nel 1275 fra Ghibellini e Guelfi, nel 1350 tra Pontifici e Faentini, nel 1797 fra Napoleonici e Papalini. Poi durante la Seconda Guerra Mondiale i tedeschi hanno realizzato la linea Gotica con lo scopo di fermare l’avanzata delle truppe alleate e sul suo tracciato hanno combattuto soldati di 32 Paesi».
Quali iniziative proponete per valorizzare la Storia sul fiume?
«Nel corso del tempo abbiamo prodotto centinaia di iniziative pubbliche che hanno portato migliaia di cittadini a rivivere il fiume. Recentemente abbiamo organizzato una camminata nel Senio per ricordare la Liberazione e raccontare la storia del soldato americano Victor Phelps, pilota dell’aereo militare americano abbattuto dai tedeschi nell’ottobre del 1944 poco prima del passo di Donegallia sul Senio. Phelps si salvò e venne detenuto in un campo di prigionia in Germania. Questo pilota è morto ma ha ancora la moglie in vita, 6 figli e decine di nipoti. L’informazione della nostra celebrazione è arrivata tramite social network ai suoi parenti che si sono dichiarati entusiasti. Circa un centinaio di persone si stanno organizzando per venire a vedere dove il nonno ha combattuto. Un fatto straordinario che dimostra il valore del nostro fiume».  
Viene riconosciuto questo valore da parte delle amministrazioni pubbliche?  
«I nostri interlocutori naturali sono le amministrazioni comunali. Noi fin dall’inizio poniamo dei temi che hanno un impatto immediato con la politica e con la gestione del territorio. Quindi la questione diventa delicata perché si entra nell’ambito del terreno dei rapporti fra chi agisce nel pre-politico e chi invece la politica deve gestirla. Quello che noi possiamo dire è che fin dall’inizio siamo stati ascoltati da tutti ma non abbiamo trovato adeguata rispondenza rispetto ai temi che ponevamo. Riuscire a portare migliaia di persone a piedi o in bicicletta lungo il fiume dalla collina al mare vuol dire non solo mettere in moto le persone ma fare in modo che queste si avvicinino ai luoghi e quindi innescano un volano anche di tipo economico da non sottovalutare. Su questo però non siamo ascoltati».
Quali attività farete nei prossimi mesi?
«Faremo due giorni di iniziative a Palazzuolo. Il 1 e 2 giugno esporremmo due mostre del Senio, faremo iniziativa di raccolta delle erbe e andremo a cercare la sorgente del fiume. Poi il 9 e 10 di luglio organizzeremo una festa a Tebano».
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