Calcio, il Ravenna si ritrova in serie D, ma può giocarsi ancora la carta della riammissione

Romagna | 03 Luglio 2020 Sport
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Sandro Camerani
Era arrivata, anche a sorpresa, a fine primavera, se n’è andata ancora in modo abbastanza imprevedibile ad inizio estate di tre anni dopo. La Lega Pro ha dato il benservito al Ravenna dopo, appunto, tre campionati di alti e bassi, dopo un playout interpretato nel peggiore dei modi e servito su un piatto d’argento ad un Fano certamente più modesto dei giallorossi, ma supportato dall’entusiasmo della gioventù della sua rosa e anche da una testa molto più libera, quel famoso «senza nulla da perdere» che negli anni ha sovvertito tanti pronostici.

SPINA STACCATA
Le due partite contro il Fano hanno dimostrato che al doppio playout il Ravenna è arrivato con la spina irrimediabilmente staccata, senza possibilità di rimediare in tempo utile. A metà del guado la società ha tentato il tutto per tutto con l’esonero di Foschi, allontanato dopo il terribile 2-0 del Mancini, un allenatore che a differenza del campionato precedente non aveva saputo dare al Ravenna un’identità di gioco, ma è stato tutto inutile e la rete di Carpani nella gara di ritorno al Benelli ha spento la piccola scintilla che i giallorossi avevano provato ad accendere nella prima mezz’ora della sfida, con due rigori reclamati da Mokulu uno dei quali, ad arbitri invertiti (Marcenaro a Ravenna, Zufferli a Fano) probabilmente sarebbe stato concesso. Così il Fano ha strameritato la salvezza, forte appunto dell’avere moltissimo da perdere in meno dei romagnoli e anche del fatto che, al momento dello stop per Covid, i marchigiani fossero già convinti di dover disputare il playout. A differenza del Ravenna, che a gennaio aveva rimediato con i vari Caidi, Cauz, Mokulu, Mawuli e Zambataro al mercato estivo negativo e che con undici gare ancora a disposizione con tutta probabilità si sarebbe salvato. Invece il virus ci ha messo lo zampino e al resto ha pensato una versione molle e abbastanza inguardabile del Ravenna nei 180 minuti del playout.

RIAMMISSIONE
Il Ravenna può giocarsi adesso la chance della riammissione, con discrete possibilità tra l’altro. Se verranno confermati i criteri adottati un anno fa, infatti, per il ritorno in Lega Pro saranno alternate una retrocessa e le migliori seconde classificate dei gironi della serie D. Per quanto riguarda il primo aspetto, il Ravenna è secondo dietro solo alla Giana Erminio, retrocessa in D in modo rocambolesco contro l’Olbia (gol incassato al 92’ nonostante la doppia superiorità numerica), mentre più complicato è il calcolo della classifica di merito delle seconde della D. Ad esempio, se la prima avente diritto dovesse risultare l’Ostiamare, si potrebbe pensare ad una rinuncia ad un ripescaggio molto dispendioso (mentre le retrocesse non dovranno pagare), se invece toccasse al Foggia, la domanda sarebbe scontata. Ravenna, quindi, sulla carta secondo o terzo in questa graduatoria e, sinceramente, in tempi post-Covid appare difficile pensare che su 60 aventi diritto almeno tre saranno costrette a rinunciare.

SCENARI
La botta, comunque, è difficile da assorbire per una società che deve recitare il mea culpa. Potrebbe essere l’occasione giusta per un bagno di umiltà che servirebbe tantissimo per il futuro visto che, a differenza delle retrocessioni passate, adesso c’è al comando una società che non è tartassata dai debiti ma ha i conti in ordine. La prossima settimana sarà probabilmente indetto un Cda per decidere il da farsi, a quel punto le cose saranno più chiare in questo senso.
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