Lo scopo del patto per lo sviluppo è rafforzare il legame con i cittadini e il mondo delle rappresentanze, condividendo strategie e obiettivi per il futuro del territorio. La scelta del termine «patto strategico», invece di «piano», dipende proprio dall’intenzione di privilegiare il dialogo con i principali attori pubblici e privati del territorio, dalle associazioni di categoria, ai sindacati, dagli ordini e collegi professionali alle scuole, passando per le imprese e il terzo settore. L’obiettivo è che ogni soggetto si senta realmente coinvolto in quanto parte attiva del progetto e non un semplice portatore di istanze che altri devono tradurre in azioni concrete.
Il documento è composto da due parti: nella prima vengono delineate le principali direzioni su cui si vuole orientare lo sviluppo dei prossimi anni, mentre nella seconda vengono presentate le dieci azioni con fattibilità e ricaduta immediata sul territorio nel biennio 2018/2019. In questi dieci punti ci sono la definizione di un piano di marketing territoriale e di riorganizzazione dell’Asp, il progetto alternanza scuola-lavoro e di promozione delle aree produttive, la promozione del Festival della land art, il protocollo sugli appalti, l’inserimento dei varchi elettronici di accesso al territorio, i progetti per un territorio resiliente, l’agenda digitale e la revisione della governance.
Queste ultime azioni sono costruite facendo leva sulla corresponsabilità di tutti gli attori coinvolti, con l’indicazione precisa degli impegni chiesti a ogni soggetto. Le parti si impegnano a sostenere lo sviluppo economico, sociale, culturale e ambientale della Bassa Romagna, mediante l’adozione integrata di alcune azioni di medio e lungo periodo e seguendo le principali strategie concordate: attrattività, sostenibilità e innovazione.
L’obiettivo di fondo di tutto il Patto è dunque di far sì che la Bassa Romagna diventi un territorio socialmente responsabile, in grado cioè di coniugare lo sviluppo economico con la coesione sociale. Per farlo, ogni soggetto metterà in campo, attraverso un processo di vera concertazione con gli enti locali, le proprie responsabilità e progettualità, facendosi carico di un pezzo concreto di questo percorso di crescita del territorio.
I soggetti coinvolti si ritroveranno poi con cadenza almeno semestrale per verificare gli impegni presi e il loro effetto sul territorio della Bassa Romagna, con eventuale definizione, se necessario, di azioni correttive.
Luca Piovaccari, presidente Unione Bassa Romagna