Basket B Nazionale, precisione dall’arco e continuità: Blacks Faenza, ecco la ricetta per risalire
Valerio Roila
Arroganti coi più deboli, zerbini coi potenti. L’eufemismo estremizza i concetti, ma il primo quarto di stagione regolare dei Blacks ha mostrato una squadra convincente solo nelle partite con le squadre di classifica medio-bassa, mentre con quelle di prima fascia le cose sono andate bene a sprazzi, pagando sempre un periodo di vuoto pneumatico costato punti pesanti. Tante le cose da sistemare, sperando che il ritorno dall’infortunio di un elemento carismatico come Tomasini possa aiutare a risolvere qualche enigma tattico.
COSA FUNZIONA
La protezione del proprio tabellone e la prontezza di riflessi su quello avversario. Faenza è la squadra che cattura più rimbalzi, staccando le altre nel dato offensivo (14.3 secondi possessi per gara) e concedendone pochi dall’altro lato (8). Ciò garantisce opportunità aggiuntive, non sempre sfruttate nel migliore dei modi, pur essendo secondi per numero di possessi a partita (88.7, contro gli 82.6 di Ruvo o gli 84.7 di San Vendemiano, per citarne due che tirano la volata in vetta). Anche la condivisione del pallone è una caratteristica che sta migliorando. Non ci sono eroi solitari, ma il gioco è corale e vario nelle soluzioni. Ed il numero di assist è elevato, anche in questo caso il migliore (17.8). La difesa è da podio (72 punti), grazie anche alla bassa percentuale dall’arco concessa (30%) ed anche il dato relativo alle palle perse è tra i migliori (12.8) segno che la gestione della palla, suddivisa tra i vari «portatori d’acqua» (Pastore, Galassi, Vico) è funzionale, come conferma il rapporto tra assist e perse (1.39, secondo solo all’1.43 di Chieti).
COSA NON FUNZIONA
Di contro, la caratteristica più in evidenza nel rendimento dei neroverdi è la mancanza di continuità. I Raggi nelle sconfitte hanno patito di messa o «rimessa» in moto: l’avvio di Padova (un 6-0 divenuto 28-17) o quello di domenica scorsa con San Vendemiano (7-22 in 6’), il ritorno sul parquet dopo l’intervallo a Fabriano (da 48-54 a 71-63 nei primi 7’ della ripresa) o con Mestre (da 43-33 a 49-53) sono stati momenti di prolungato sbandamento collettivo in cui i Blacks hanno evidenziato debolezze ed incertezze mentali. Non si parla di una squadra di tiratori, ma il 27% sciorinato dall’arco grida vendetta, e se Pastore e Galassi stanno rintracciando il mirino, ci sono ancora elementi nel tunnel come Siberna (19%, dopo il 36% della scorsa regular season), Aromando (24% vs 36%), Vico (22% vs 31%) e lo stesso capitan Petrucci, che dopo aver girato per due stagioni a 43% e 40%, sta tirando ora col 27%. Anche vicino a canestro i neroverdi stanno trovando più difficoltà (46%). Così, il rating offensivo è di appena 0.83 punti per possesso, ben lontano dall’1.01 di Ruvo o dallo 0.94 di San Vendemiano, Jesi e Chieti. Eppure, si tratta di tiri «giusti», ben costruiti; quindi, non resta che supporre un problema di fiducia.