Basket B Nazionale, Faenza-Virtus, tutto sul derby: dai duelli chiave agli «outsider»

Valerio Roila
Una linea retta lunga 14 chilometri. Tanto dista il Cattani dal Ruggi, ed è la misura di una diversità sfumata, tra due società che presentano similitudini ed analogie per coraggio, orgoglio ed ambizioni. Raggisolaris e Virtus Imola si affrontano domenica a Faenza, dopo l’impegno infrasettimanale giocato a giornale chiuso (i Blacks hanno giocato ad Ozzano, la Neupharma in casa con Fabriano battuto nella giornata precedente dai manfredi) per un derby che forse non avrà il sapore denso, smodato, straniante e canicolare tipico delle stracittadine, ma resta sentito e bramato dalle rispettive tifoserie. Ne abbiamo analizzato le sfide dirette, per una preview che ne anticipi in parte i contenuti.

BEGARIN vs BARATTINI
Il francese ha esordito con una gara da individualista, ma già dalla seconda uscita ha mostrato miglior inserimento nel gruppo, capacità di colpire nei momenti caldi, personalità e presenza in difesa. Chiaro il mismatch con lo «scricciolo» imolese, almeno dieci centimetri e dieci chili in meno, ma anche dodici anni più giovane, che può quindi sopperire con la sua maggior freschezza atletica.

PASTORE vs MASCIARELLI
Nel quintetto pesante schierato spesso da coach Zappi, Imola può garantirsi vantaggi fisici nello spot di guardia, dove l’estro ed il dinamismo di Masciarelli può pagare alti dividendi. L’infortunio alla mano che Pastore si è trascinato dall’estate scorsa ne ha rallentato la messa in moto, ma Pastore è ora il tiratore dall’arco più affidabile dei Blacks (41%) e può far scontare i raddoppi del dirimpettaio sugli scarichi.

SIBERNA vs MAGAGNOLI
Sfida tra due «pietre angolari», con specializzazione difensive (facile vederli più spesso dirottati sull’attaccante più in palla del momento, piuttosto che a farsi la guardia l’un con l’altro) e capacità di colpire a folate, più spesso da tre, dove entrambi si prendono il maggior numero di conclusioni. Sono i possibili eroi impronosticabili della sfida, pur restando nell’ombra di quel che è meno tangibile a livello statistico.

POLETTI vs CHIAPPELLI
Confronto «stagionato» tra due vere istituzioni a questo livello, per diversi motivi, col primo che ha accumulato maggior pedigree ed il secondo più gloria «local» e attaccamento alle maglie. Mitch è atleta di «status» e carisma, più ragionatore e da post basso, mentre Giò è più sanguigno e incursore d’area. Serviranno raddoppi e vigilanza sullo step-back per arginare Poletti, tagliafuori ed attenzione sulla linea di fondo per tenere lontano Chiappelli dal canestro.

POGGI vs OHENHEN
Con la partenza di Aromando, Giovannino è stato maggiormente responsabilizzato, ritrovando minutaggio e peso offensivo centrale nello scacchiere di Lotesoriere. Si troverà di fronte il giovane (classe 2001), ma solido ed esplosivo lungo udinese di origine nigeriana, con cui potrà pagare la lotta muscolare, ma vincere quella della reattività a rimbalzo e della scaltrezza derivante dalla maggior esperienza.

LE PANCHINE
Faenza ha il lusso di un sesto uomo solo sulla carta come il navigato Vico, che spesso accumula maggior minutaggio di molti elementi del quintetto, più una potenziale variabile per spezzare i ritmi come l’ex Galassi, oltre a Petrucci e Papa. Dall’altra parte l’ultimo arrivato Valentini può sopperire al gap fisico di Barattini e coadiuvarlo, sgravandolo nei compiti di playmaking per armarne il braccio dall’arco, mentre Morara e Aglio possono fungere da guastatori per le linee manfrede. Qualche minuto di fiato lo possono concedere gli esterni Morina, Alberti e Dalpozzo, per una rotazione profonda che possa reggere l’intensità di un derby che si giocherà anche sul piano dei nervi.