Basket B, coach Friso soddisfatto: "Fame, sacrificio e tante soluzioni: Rekico, è un’estate fondamentale"

Valerio Roila
Un pieno di benzina verde e si riparte. La Rekico versione 2019/2020 ha riacceso i motori lo scorso 19 agosto e domani, con la prima delle cinque amichevoli ufficiali, al PalaCattani con l’Unieuro Forlì, tornerà ad avere a che fare con cronometri, avversari, arbitri e punteggi. Due le sedute quotidiane programmate in questo periodo: la parte fisica ed atletica della preparazione viene curata al mattino con il professor Francesco Marabini presso la palestra Jlab o al parco di Punta degli Orti, mentre nel tardo pomeriggio ci si ritrova al PalaCattani, per la parte tattica agli ordini di coach Massimo Friso e del suo assistente Claudio Agresti. Due settimane di lavoro non sono forse sufficienti per stilare già un quadro definitivo delle potenzialità di una squadra quasi completamente rinnovata, ma bastano per far tracciare a coach Friso un primo punto della situazione sullo stato dell’opera, in vista dei primi test prestagionali e del debutto nel campionato, che avverrà il 29 settembre al PalaCattani con Porto Sant’Elpidio.
Coach, le chiediamo subito le prime sensazioni che ha provato al raduno, e come ha trovato i ragazzi.
«Il primo approccio è quello di una forte motivazione, che lascia spazio al desiderio di cominciare subito a lavorare, perché il tempo a disposizione non è tanto. Ho subito constatato che si tratta di un buon gruppo, dotato di buona attitudine e spirito di sacrificio».
Sappiamo che ad inizio stagione l’entusiasmo è sempre molto alto. Quali corde sta toccando affinché il morale e la concentrazione si mantengano elevate per più tempo possibile in stagione? 
«Ci siamo subito messi in moto per costruire un gruppo compatto, unendo personalità molto differenti e lavorando per specificare i vari ruoli. Puntiamo molto sulla preparazione fisica, ben sapendo di dover lavorare di più e meglio degli altri, per conoscerci bene e imparare a parlare un linguaggio comune».
Domani arriva il primo appuntamento contro un’avversaria in un’amichevole, in questi casi si guarda poco al punteggio: quali sono allora le prerogative che si attende di riscontrare nei suoi ragazzi? 
«Affronteremo una rivale di una categoria superiore, che tra l’altro è più avanti nella preparazione, perché ha iniziato a lavorare prima di noi. Mi aspetto comunque un buon atteggiamento, con giocatori che non rifiutino lo scontro fisico, e l’attitudine a cercarsi, a passarsi la palla, senza individualismi».
Sta cercando di impostare un basket rapido, sfruttando i tiratori, ma in cui si possa anche servire la palla ai lunghi. Per ora i suoi desideri sono suffragati da quello che sta vedendo attuare dai suoi giocatori? 
«Ci stiamo provando, implementando anche qualche situazione tattica particolare, e cercando di capire se queste idee di base siano indigeste o una base su cui crescere. Abbiamo tanti elementi versatili e dobbiamo capire come vanno sfruttati nel modo ideale».
Concludendo, ad oggi si può dire più o meno ottimista rispetto a due settimane fa, quando il raduno non era ancora iniziato? 
«Ero già fiducioso prima dell’inizio del lavoro e lo sono tuttora. Sto riscontrando l’attitudine giusta al lavoro, quella che mi attendevo. Ora, per capire a quale rigo siamo, il tutto va confrontato sul parquet con gli avversari».