Alluvione un anno dopo, la Cna provincia di Ravenna: «Situazione desolante sul fronte dei ristori alle imprese»

Romagna | 15 Maggio 2024 Economia
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Alluvione un anno dopo, numeri da brividi dall'evento della Cna provincia di Ravenna. Il presidente Matteo Leoni ha ripercorso i terribili giorni di un anno fa, quando l’acqua e il fango hanno invaso l’intero nostro territorio: “23.657 sono stati i nuclei familiari in Romagna colpiti, migliaia d’imprese, di cui oltre 280 nostre associate, 79.000 frane censite sull’appennino, 5.300 auto distrutte, tonnellate di rifiuti smaltiti. "Come CNA dal primo minuto abbiamo cercato di fare la nostra parte per rappresentare le esigenze delle imprese e del territorio facendo sentire la nostra voce, facendo proposte per una rapida ripartenza. Ora chiediamo con forza che vengano realizzati i piani straordinari di messa in sicurezza strutturale e che arrivino finalmente le risorse alle imprese”.
Dopo le commoventi testimonianze di tre imprese gravemente danneggiate – C.M. di Conselice, Caravita Recinzioni di Bagnacavallo e Tipografia Valgimigli di Faenza - Luca Coffari, Responsabile del Dipartimento Politiche Economiche, Sindacali e Sociali di CNA Ravenna, ha presentato attraverso dati e statistiche, lo stato dell’arte: “I numeri di Cna Ravenna fotografano una situazione desolante sul fronte dei ristori alle imprese: 293 imprese associate hanno avuto danni per 35,6 mln ai quali si aggiungono i mancati fatturati; di queste ad oggi solo 4 (1,3%) hanno ricevuto risorse dallo Stato per 6,1 mln con pratiche semplici e rapide in quanto esportatrici, che in due tranche hanno visto riconoscere anche giustamente i mancati fatturati; cosa preclusa a tutte le altre aziende colpite.
L’entità dei danni delle imprese è variabile, si va da 1.042 euro a 10 mln, il 42% ha avuto danni inferiori ai 10mila euro; il 29% tra 10 e 50mila euro; l’11% tra 50 e 100mila euro; il 16% con danni sopra ai 100mila mentre il 2% ha avuto danni sopra ad 1 mln di euro.
CNA Ravenna ha poi voluto monitorare l’andamento della presentazione delle pratiche sulla piattaforma sfinge, da parte di tutte le imprese (anche quelle non associate) scegliendo come territorio campione area della Romagna Faentina.  Il 29 febbraio, in tutto il faentino avevano presentato domanda solo 12 imprese su 850 potenziali (1,4%); nel secondo monitoraggio dell’8 maggio, le imprese che hanno presentato le domande sono state 44 su 850 (5,18%) con contributi richiesti per 4,5 mln che però si sono tradotti in soli 162.777,50 euro di contributi effettivamente concessi, appena il 3,5% di quanto richiesto. Questo a causa delle complessità delle procedure che hanno portato infatti per il 47,7% delle pratiche presentate una richiesta d’integrazione (21) e 3 (6,8%) con esito negativo.
CNA con un recente sondaggio, su un campione di 112 aziende socie, ha indagato il sentiment delle imprese colpite dall’alluvione, che per il 26% come maggiore difficoltà ha segnalato la tenuta psicologica ed il senso di abbandono; il 15,8% sono in difficoltà per i tempi davvero troppo lunghi per avere i contributi dallo Stato; il 15% ha invece difficoltà per trovare le risorse economiche per riavviare l’attività e sopportare il calo di fatturato; mentre l’8% è preoccupato per l’incertezza sui lavori strutturali di messa in sicurezza , temendo nuove alluvioni”.
Il Direttore CNA Massimo Mazzavillani ha sottolineato come “ormai è chiaro – anche con i numeri presentati – che le imprese sono ripartite da sole, con la solidarietà e la forza delle comunità locali. Se da un lato vediamo tanti cantieri di messa in sicurezza, anche se ancora mancano le opere strutturali come casse di laminazione o aree allagabili; dall’altro per le imprese il 100% ristoro dei danni resta un miraggio. È invece già legge, purtroppo, l’obbligo di copertura assicurativa contro le calamità a carico delle aziende, che rappresenta davvero un segnale poco incoraggiante. Da segnalare invece in positivo la non tassazione dei contributi ricevuti (quando arriveranno), era una nostra richiesta e siamo soddisfatti sia stata accolta.”
 
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