Alluvione, Enrico Piani dei Comitati Uniti propone aggiustamenti al sistema dei rimborsi
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«Io la fiducia ce l’ho. Non ne vedo altrettanta intorno a me, da parte chi ha perso tutto, ma non è il momento di abbattersi. I Comitati Riuniti hanno creato una rete delle associazioni spontanee che intendono collaborare alla soluzione dei problemi creati dall’alluvione. Dialoghiamo quotidianamente con la Struttura Commissariale, il Governo, la Regione e i Comuni coinvolti. Ricordiamoci che per il terremoto dell’Emilia i fondi arrivarono dopo un paio d’anni. Secondo noi vedremo concretamente i primi aiuti statali fra 5-6 mesi, con l’obiettivo di avere tutto in tre anni». Enrico Piani è il coordinatore dei Comitati Uniti e del comitato degli alluvionati di Ravenna, tra le persone più informate in assoluto sullo stato dell’arte dei risarcimenti legati alla piattaforma Sfinge. «A Ravenna credo che le perizie inoltrate non superino la decina, ma questo si spiega col difficile avvio della piattaforma - spiega Piani -. Inizialmente ci sono stati problemi tecnici, ora risolti, ma ci troviamo di fronte a nuove difficoltà che affrontiamo con un filo diretto con gli organi coinvolti. Occorre chiarire come funziona il sistema di Sfinge: il primo step tocca ai Comuni, che valutano se le abitazioni per cui si richiedono i rimborsi sono a norma e in territorio alluvionato. Il secondo step di controllo sulle perizie lo valuta Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, che ha bocciato tutte le prime 10 perizie inoltrate, per capirci. Probabilmente - ipotizza Enrico Piani - questa bocciatura si deve al mancato recepimento, da parte di Invitalia, delle ordinanze specifiche sull’alluvione emesse dalla Struttura Commissariale, quindi le perizie potrebbero essere state giudicate con criteri generali e inappropriati. Alla soluzione di questo inghippo stiamo lavorando ma resta aperto il problema dei periti, che devono asseverare i danni di ogni abitazione e azienda alluvionata. Sono troppo pochi per le esigenze che abbiamo e sono poco rimborsati. I Comitati Riuniti hanno realizzato uno schema dei lavori che ogni perito deve fare e lo sottoporremo alla Struttura Commissariale. Tutto il lavoro di accesso agli atti, verifica degli immobili a norma, computo metrico ed eventuale sanatoria non è pagato dallo Stato, che sostiene solo le spese per l’ultima parte, quella cioè della perizia asseverata. Purtroppo - continua Piani - in Romagna tante case non sono a norma e l’entità di questo lavoro per i periti non è secondaria, quindi abbiamo fatto proposte per alleggerire i costi ai cittadini e pagare meglio i periti. La Struttura Commissariale è molto aperta alle proposte».
Le pochissime domande inoltrate dipendono solo da questo? «Ci sono anche altri dubbi - aggiunge Enrico Piani -, ad esempio sul rimborso dei mobili, che probabilmente avranno una soluzione forfettaria; secondo noi dovrebbe essere praticata solo qualora i cittadini non fossero in grado di dimostrare il valore dei mobili compromessi. Chi li ha comprati da poco, invece, può risalire alle ricevute e fare una perizia precisa. Il consiglio ai cittadini è di muoversi il prima possibile con le domande: stiamo sciogliendo i nodi e il sistema informatico funziona. Con il Comitato di Ravenna, infine, siamo al lavoro con le istituzioni e il Consorzio di Bonifica per determinare come utilizzare gli ultimi 4 milioni di euro giunti attraverso donazioni benefiche». (f.sav.)