Alluvione, dopo 9 mesi la piattaforma Sfinge non ingrana, rimborsi a rischio

Romagna | 16 Febbraio 2024 Cronaca
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Federico Savini
I numeri non sono completi ma parlano comunque chiarissimo: in un comprensorio duramente colpito dall’alluvione come quello bassoromagnolo (dove per lo meno nei comuni di Conselice, Sant’Agata sul Santerno, Lugo e Bagnacavallo si può tranquillamente parlare di «catastrofe»), allo stato attuale solo 27 cittadini hanno inoltrato una richiesta formale di risarcimento alla piattaforma Sfinge, quella creata dalla Struttura Commissariale del generale Figliuolo per ottemperare alla promessa dei risarcimenti al 100% per gli alluvionati dell’Emilia-Romagna.
Parliamo quindi del grosso del risorse che dovrà stanziare il Governo, dunque non i fondi arrivati grazie alla solidarietà, alle campagne di sensibilizzazione o da enti privati o amministrativi (dal sistema delle Coop alle Camere di Commercio, per non fare che due esempi). E non parliamo neanche dei Contributi di Immediato Soccorso (Cis, detti anche Pac), che hanno provveduto a un primo risarcimento da 3000 euro (aumentabili a 5000) per gli alluvionati.
Ma è necessario partire dai Cis per comprendere quanto poco sia stata utilizzata fin qui la piattaforma Sfinge. Rimanendo in Bassa Romagna, quasi 8.150 persone hanno chiesto i rimborsi fino a 3mila euro, e circa 4.150 (oltre la metà) si è spinta fino a 5mila. Pensando alla quantità di case invase dall’acqua nel maggio scorso e rese talvolta inagibili, è facile capire come 27 domande di accesso ai fondi ulteriori della piattaforma Sfinge per ottenere il 100% del risarcimento siano un’inezia rispetto ai reali bisogni. E negli altri comprensori (quello ravennate e quello faentino, ma senz’altro vale lo stesso anche fuori provincia) i numeri ufficiali sono dello stesso ordine di grandezza.
Qualcosa, insomma, non sta ingranato nel sistema dei risarcimenti, che però è ancora all’inizio, specie se teniamo conto che per il momento la Struttura Commissariale non ha fissato una data ultima dopo la quale non sarà più possibile presentare le domande.

A Faenza male Sfinge e «Cis» da rendicontare
Nell’intero comprensorio faentino solo 14 famiglie 5 imprese hanno inoltrato formale domanda attraverso Sfinge. Parliamo di un territorio nel quale i Cis (Contributi di Immediato Sostegno) richiesti sono stati oltre 6.300 (3.888 da Faenza, ma sono significative anche le 1.208 richieste da Castel Bolognese e le 901 da Solarolo). «Il 60% dei cittadini beneficiari del contributo deve ancora rendicontare – spiegano dal Comune di Faenza -. È un dato che suscita preoccupazione, dal momento che si tratta di oltre 3.700 domande di saldo da ricevere entro il 30 marzo. Coloro che non presenteranno il rendiconto entro il 30 marzo dovranno restituire l’acconto di 3.000 euro precedentemente ricevuto dalla Protezione Civile».


 
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