Alfonsine, la Pro Loco rinnovata cerca collaborazioni e coltiva ambiziosi progetti

Romagna | 07 Febbraio 2024 Cultura
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Federico Savini
«Siamo accomunati dalla voglia di proporre ad Alfonsine un calendario di attività cultruali, quindi non solo gastronomia e intrattenimento. Per ora siamo pochi e con mezzi limitati, anche per questo puntiamo a coinvolgere cittadini e altre associazioni per creare e migliore le iniziative in cantiere. Se si vuole fare qualcosa di bello e originale per la comunità è necessario collaborare. E i primi risultati già li vediamo». È nello stesso tempo una dichiarazione d’intenti e un appello, rivolto a cittadini e associazioni, quello di Fulvio Arniani, neo presidente di una Pro Loco di Alfonsine che si è profondamente rinnovata in pochi mesi e ha già ripristinato la storica mostra-mercato, oltre ad aver lanciato la serie di incontri a tema gastronomico-salutistico «Il teatro del gusto», con Simona Pasina e Gabriella Francesconi.
«Nel settembre scorso la Pro Loco, con la precedente gestione, era davvero ai minimi termini - racconta Arniani -. Io ero socio da circa un anno ma completamente estraneo al Consiglio. Così, stimolato da alcuni altri membri, ho deciso insieme a loro di riprendere le fila di questa importante associazione, rinnovando quasi al 100% il direttore. Siamo digiuni di esperienza diretta ma abbiamo tante idee e molta voglia di realizzarle.
Attualmente quanti tesserati avete?
«Siamo partiti da una situazione di grave crisi, quasi di azzeramento. A metà gennaio abbiamo presentato il programma con 25 iscritti, poi abbiamo contattato una quarantina di vecchi iscritti, di cui metà probabilmente riaderirà all’associazione. Contiamo di arrivare a 50 nel giro di poco».
Le iniziative del passato che porterete avanti?
«La mostra-mercato è, da una ventina d’anni, una vera tradizione della Pro Loco, tra l’altro radicata e attesa da cittadini ed esercenti. Un evento che è stato molto colpito dalla pandemia ma anche il cambio di collocazione, da piazza Gramsci e piazza della Resistenza, aveva abbattuto molto la partecipazione. Il 28 gennaio siamo ripartiti una formula rinnovata: ogni ultima domenica del mese andremo avanti fino a maggio, tornando in piazza Gramsci e con due novità: il mercatino dei bimbi con piazzole gratuite e una sezione dedicata al baratto, in uno spirito ambientalista e di riduzione dei consumi».
Come nasce a chi si rivolte il corso di cucina naturale?
«È innanzitutto un modo di fare cultura attraverso la gastronomia e nasce di certo anche dalle sensibilità personali dei membri del direttivo. Per molte persone, una cucina più sana è un’esigenza, ma le diete diciamo pure che non “scaldano il cuore”. Attraverso questi incontri puntiamo a rendere divertente una cosa sana e utile, che oltretutto è alla portata anche di chi in cucina è alle prime armi. Questo grazie al coinvolgimento di due professioniste molto sensibili. I 40 partecipanti al primo corso sono stati molto incoraggianti».
Altri progetti?
«Ce ne sono diversi a un buon livello di imbastitura. In primavera proporremo una festa della birra in piazza Monti, che avrà la particolarità di coinvolgere solo birrifici artigianali romagnoli e con la formula della degustazione, tipica dei vini. Un altro obiettivo, ambizioso, è realizzare una festa legata alla Settimana Rossa, che quest’anno compie 110 anni. In occasione del centenario, il Teatro delle Albe di Ravenna la ricordò con un’iniziativa teatrale. Noi vorremmo abbinare ad una festa un vero laboratorio teatrale, per rielaborare attraverso l’arte una vicenda ancora poco nota. E per questi punteremo proprio ad un teatro di popolo, aperto a tutti, e non ad una prospettiva storico-intellettuale. Vorremmo farlo ogni anno, quest’anno probabilmente il 12 e 13 giugno, perché vediamo la resistenza che ancora c’è sulla Settimana Rossa, che non intendiamo “celebrare” in modo acritico, ma rileggere a seconda delle mutate sensibilità. Comprendiamo il timore che un simile tema possa dare adito a scivolate nell’ideologico, ma questa reticenza ad affrontarlo conferma che sulla Settimana Rossa occorre, a livello proprio comunitario, una maggiore elaborazione. Sappiamo che le emozioni rimosse fanno danni, e crediamo sia nostro compito contribuire ad evitarli. La festa di terrà in piazza Monti e per il laboratorio abbiamo coinvolto Giulia Torelli. Siamo in cerca di contributi per questo progetto».
Più nell’immediato?
«In febbraio presenteremo il libro di poesie dialettali di Mirta Contessi, propedeutico a un più complesso progetto legato al dialetto, in particolare a un mini-corso di alfabetizzazione di base ad un lingua della quale forse i giovani non comprendono la vitalità e la ricchezza. Sempre di carattere “preparatorio” sarà un evento di omaggi a Ivano Marescotti, che stiamo costruendo insieme all’Arci e prevederà iniziative tra cinema, teatro e reading poetici, con una serata-contest fra dicitori di poesia romagnola, anche di primo pelo, che vedrà la partecipazione di Erica Leonelli. Con l’Anpi, invece, in aprile chiameremo Morena Pedriali Errani, scrittrice 27enne già finalista al premio Strega che nel libro Prima che chiudiate gli occhi racconta il contributo dei sinti e degli italiani di origine Rom alla Resistenza. La inviteremo nell’ambito delle celebrazioni del 10 aprile e il nostro intento sarebbe imbastire un ampio progetto di ricognizione del patrimonio artistico e culturale dei Rom, nei confronti dei quali c’è ancora tanta, troppa diffidenza. In passato, Alfonsine ha subìto la maldicenza di essere definito il “paese degli zingari”. Vogliamo ribaltare questa cosa in positivo e aprire un canale di dialogo. Ci sono tante minoranze sul nostro territorio, espressioni culturali e religiose poco integrate, quindi la questione è facilmente allargabile. Vorremmo scardinare queste resistenze con la cultura, creare legami di arricchimento e solidarietà, scaldare un po’ i cuori».
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