Volley Superlega, dove può arrivare la Consar? Graziosi prudente: "Per ora salviamoci, poi..."
Marco Ortolani
Il quadrumvirato che domina la Superlega ha patito domenica il primo affronto, con il Monza dell’ex tecnico giallorosso Fabio Soli (sempre privo del braccio armato di Buchegger) che ha espugnato il pavimento tricolore dei campioni d’Italia della Sir Perugia. Finora le prime quattro non avevano mai perso in scontri diretti contro le altre dieci.
Un buon segno per la Consar, che calpesterà la stessa superficie domenica prossima, nella riedizione della magnifica sfida in tre atti che chiuse (non senza rimpianti) i play-off della scorsa (trionfale) stagione.
Ma i segni migliori la truppa di Graziosi se li è saputi conquistare con una fruttuosissima trasferta laziale, chiusa in 80 minuti con lo scalpo del Sora, letteralmente stracciato e stordito soprattutto dalla furia di Kamil Rychlicky, che ha segnato 21 punti con il 71%, conquistando un altro trofeo MVP da riporre in un mobiletto di casa ormai ben fornito.
I ravennati, con il primo successo esterno, hanno raggiunto così il quinto posto, ovvero l’apice delle ambizioni per le squadre non iscritte al ristretto club delle dominatrici. Primi degli umani, insomma. Un risultato eccezionale, frutto di cinque vittorie contro le avversarie dirette per la retrocessione, due sconfitte con le big (Modena e Civitanova) e altre due sconfitte esterne, non prive di rimpianti, contro squadre giudicate molto più forti alla vigilia (Verona e la stessa Monza), che però al momento attuale sono dietro ai ravennati in classifica. Terminata la partita stratosferica di Sora, l’allenatore Graziosi ha parlato di «ambizioni che non cambiano». Ergo: primo salvarsi. E’ la dialettica tipica di un pragmatismo italiano che non passa mai di moda. Sventolare le bandiere con troppo anticipo è considerato demotivante per il gruppo, presuntuoso per l’opinione pubblica e, non da ultimo, comportamento che tende a portare «sfiga».…
Ma l’aritmetica non è un’opinione: Ravenna ha 10 punti di vantaggio sulla penultima (attualmente il Siena) e comunque ben 7 sulla terzultima, la stessa Sora, che oggi sarebbe salva. Il suo opposto «di scorta» (il Granduca Kamil) è quarto fra i cannonieri, un suo centrale (Verhees) è terzo per i muri, il proprio palleggiatore Saitta sembra la scommessa abbondantemente vinta (almeno finora) contro un campionato italiano che se lo era dimenticato all’estero.
Un po’ di sana esaltazione ci starebbe quindi bene anche nelle parole, mentre i tifosi sono già in ebollizione, sorpresi da una squadra che partiva con ambizioni molto più umili e che - inserito Argenta ormai pronto - si ritiene possa ancora salire di qualità.
Graziosi, facciamo un patto: se domenica contro la Sir Perugia succede quello che non si può dire… la smettiamo di parlare di salvezza. Promesso?