Tarantino nuovo direttore Classense/Mar: "Punteremo sulle biblioteche decentrate"

Ravenna | 03 Marzo 2017 Cronaca
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Federica Ferruzzi - Dal 13 marzo Maurizio Tarantino sarà ufficialmente direttore dell’istituzione biblioteca Classense e responsabile delle politiche e delle attività culturali della città. Una posizione importante, che dovrà garantire anche un impegno verso il Mar e l’intero sistema bibliotecario ravennate. Ma non lo vedrete tanto spesso in giacca e cravatta perchè, come ha ribadito durante l’intervista, «sono uno a cui piace sporcarsi le mani». La Classense è sia una biblioteca di conservazione che di pubblica lettura. Quale sarà il suo approccio a queste due grandi anime? «Il lavoro sarà simile a quello che ho svolto a Perugia: una biblioteca storica deve essere valutata sotto diversi aspetti, ma so già che troverò personale preparato e mi auguro di mettervi le mani il meno possibile. Dedicherò la maggior parte del tempo all’ambito della pubblica lettura, perchè ormai da 15 anni l’obiettivo è quello di fare in modo che le biblioteche servano ad un maggior numero di persone possibile». Lei si è occupato di un progetto sulla rete delle biblioteche digitali della Campania, pensa che questa esperienza le potrà tornare utile? «Sì, ritengo che l’informatizzazione dei beni culturali sia un aspetto importante per chi si occupa di questa materia, anche se bisogna sempre aggiornarsi perchè il mondo del digitale è in continuo divenire. In proposito so che troverò una realtà avanzata e priva di pregiudizi nei confronti dell’informatica. L’esperienza campana, ormai datata, ha permesso di realizzare una piattaforma in grado di gestire qualsiasi documento culturale, il che mi ha concesso di uscire dalle biblioteche e di entrare in contatto con un più ampio mondo dei beni culturali». Esattamente quello che le viene chiesto a Ravenna, dove si dovrà anche occupare del Mar: ha già idee in proposito? «Prima di entrare nel merito di quello che farò vorrei entrare in contatto diretto con istituzioni e persone; negli ultimi giorni ho approfondito la conoscenza che in parte avevo, ma voglio aspettare per capire da vicino cosa comporterà l’incarico. Anche i programmi più piccoli e le cose più semplici, se non trovano gambe su cui marciare, rimangono aria. Il primo passo da fare sarà quello di conoscere le dinamiche e le sinergie esistenti, perchè le istituzioni non vivono da sole». Da osservatore esterno, quali sono secondo lei gli aspetti da valorizzare? «Il problema non solo della Classense, ma di tutte le biblioteche storiche, è quello di sentirsi depositari di segreti e di un patrimonio intellettuale difficile da comunicare. Ma non esiste un’idea che non possa essere comunicata, come dimostrano, negli ultimi anni, la diffusione del tema dello storytelling o il successo della trasmissione Rai Storia. Sono legato alla figura di Eco e ritengo che l’alto e il basso, nella cultura, siano false idee; credo che la Classense, così come tutte le istituzioni di alto profilo scientifico e culturale, debba trovare un modo per comunicare all’esterno sfruttando tutti i canali, compresi i social, per arrivare ad un pubblico il più eterogeneo possibile». Da un po’ di anni una parte importante dei servizi è costituita dalla biblioteche decentrate, sette compreso il bibliobus, che ruolo crede possano avere? «In merito alle decentrate, nella precedente esperienza di Perugia mi è stato riconosciuto un buon lavoro, anche se ho incassato alcune critiche per aver riservato loro più attenzione rispetto a quelle avute per l’Augusta. Ritengo però sia necessario lasciare le 99 pecore sul monte per andare a cercare la smarrita, ovvero le biblioteche decentrate che, rispetto alla principale, necessitano di maggiore attenzione. Sono loro che stanno in prima linea e ricoprono un’importanza enorme, soprattutto in tempi in cui la lettura e il desiderio di informarsi correttamente non sembrano interessare. Spesso queste biblioteche sono in quartieri popolari o dove ci sono molti immigrati, e possono essere uno strumento formidabile per creare un clima in cui vivere meglio. Rappresentano preziosi strumenti di lavoro». Proprio sulle decentrate, però, si concentra il lavoro delle cooperative a cui vengono esternalizzati i servizi. Cosa ne pensa? «Saremmo tutti felici se le biblioteche avessero la totalità dei dipendenti interni, ma nel mondo reale le cose non vanno cosi. L’apporto delle cooperative è stato quello di contribuire allo svecchiamento e alla diminuzione di un’età media che supera i 50 anni con l’introduzione di energie nuove. Se le biblioteche sono sopravvissute è anche grazie alle cooperative in cui lavorano bibliotecari che considero al pari degli altri. Facciamo tutti lo stesso mestiere».
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La Classense è sempre stata fonte di riferimento per lo studio del nostro territorio, è ricca di documenti preziosi . Il progetto del direttore Tarantino di arrivare con ogni mezzo al pubblico per diffondere questa conoscenza è meritorio. Come editore ho sempre trovato collaborazione e personale molto preparato nei vari settori.. in più gode di essere in un complesso magnifico! Si respira cultura appena varcata la soglia di ingresso. È custode del patrimonio culturale del territorio e non solo. Bravo Tarantino che vuole ampliare e cercare nuovi lettori , speranza di maggior vitalità per questa splendida biblioteca. Ennio Pittureri
Commenta news 21/10/2018 - Ennio Pittureri
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