Ravenna, Marchetti (Cgil) "Lavoro irrispettoso dei lavoratori"
Andrea Marchetti è il referente della sicurezza sui luoghi di lavoro della Cgil e dall’alto della sua esperienza invita a ricordare che i dati forniti da Inail sul lavoro in provincia di Ravenna non sono esaustivi perchè c’è ancora molta difficoltà a denunciare a causa del forte precariato che condiziona il mondo occupazionale. Solitamente, secondo il sindacalista, ad un aumento di incidenti mortali dovrebbe corrispondere una crescita generale degli infortuni, cosa che invece non avviene in maniera significativa. Nello specifico, Marchetti spiega: «E’ insopportabile il dato che riguarda l’aumento di morti sul lavoro: l’occupazione cresce, ma si porta dietro un lavoro poco rispettoso in materia di sicurezza. Dagli otto decessi del 2017 siamo tornati a 12, la situazione è a dir poco preoccupante e la sostanziale stagnazione degli infortuni generali, a fronte di un aumento dei mortali, è un segno della difficoltà di denunciare». A crescere in maniera significativa, secondo Marchetti, sono gli infortuni denunciati dagli stranieri, «forse perchè i lavori più a rischio vengono svolti da chi italiano non è. L’industria e i servizi hanno segnato un maggiore incremento di incidenti mortali e, a Ravenna, la metà è avvenuto su strada: uno in itinere, cinque su mezzi di trasporto». Ravenna spicca anche sul versante delle malattie professionali, «dove le segnalazioni hanno registrato un +21%, quasi tutte legate all’agricoltura. Più del 70% di tutte le malattie professionali denunciate sono legate all’apparato muscolo scheletrico e questo può portare a perdere il posto di lavoro. Il rischio è ancora molto elevato nelle aziende e andrebbe ridotto riprogettando le postazioni di lavoro e le misure tecniche. Dev’essere la postazione di lavoro che si adatta al lavoratore, non viceversa». Un ultimo dato, ma pur sempre preoccupante, riguarda infine i decessi per malattie professionali: «Perlopiù sono tumori contratti sul luogo di lavoro, spesso sfuggono e non vengono registrati, ma parliamo di un’incidenza alta anche sul nostro territorio». (fe.fe.)