Provincia di Ravenna, negli ultimi 10 anni il «crollo» delle nascite, meno 35%

Silvia Manzani - Continuano a calare, in provincia di Ravenna ma in realtà tutta l’Emilia-Romagna, le nascite. L’ultimo rapporto della Regione sui dati 2018 parla, infatti, di 2.315 parti avvenuti lo scorso anno nei tre ospedali di Ravenna, Faenza e Lugo, contro i 2.399 del 2017. Ma è l’intero trend degli ultimi dieci anni a mostrare una continua e graduale discesa. Se tra il 2008 e il 2009 la tendenza era stata positiva (si era passati, sul territorio provinciale, dai 3.407 ai 3.543 parti), dal 2009 in poi il calo non si è più arrestato. Solo l’ospedale «Santa Maria delle Croci», all’apparenza, pare resistere ma la tenuta va spiegata con il dirottamento di molte donne con situazioni non fisiologiche e cesarei programmati verso il punto nascita di Ravenna, da quelli di Faenza e Lugo. Dato confermato dal tasso di cesarei, che se nel 2018, per Ravenna, risulta a quota 32,2% sul totale dei parti, a Faenza si attesta intorno al 13,5% (rispetto al 23,6% del 2014) e a Lugo intorno al 13% (rispetto al 21,9% di quattro anni prima). In dieci anni, dunque, il Ravennate ha perso 1.228 parti. La regione, nello stesso arco temporale, ne ha persi 9.384.
Il nuovo Rapporto nascita va anche più a fondo. Oscilla tra il 34,8 di Ravenna e il 40,4% di Lugo la quota di madri con cittadinanza straniera che hanno partorito nel Ravennate: Marocco, Romania, Albania e Nigeria le nazionalità più rappresentate. In generale, invece, l’età media delle mamme va dai 31,7 ai 32,5 anni a seconda degli ospedali, con un’età inferiore registrata tra le straniere. Sono meno di un centinaio in provincia - per l’esattezza 93 su 2.315, i parti avvenuti grazie alla procreazione medicalmente assistita.
Resta, per il presidente della Commissione nascita della Regione Giuseppe Battagliarin, la speranza che i numeri possano da quest’anno risalire: «Forse la ripida china lungo la quale la natalità si era incamminata dal 2011 sta riducendo la sua pendenza: anche quest’anno i parti in regione sono diminuiti, ma meno della metà degli anni scorsi. Speriamo arrivi presto la ripresa».