«Onde» sonore da tutto il mondo a «Beaches Brew»
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Psichedelia texana, jazz etiope, elettronica tribale e hardcore messicano. Questo è solo l’antipasto, e il fatto che dal 4 al 7 giugno, a Marina di Ravenna, la lingua ufficiale diventerà l’inglese non è che la logica conseguenza della variegata e interessantissima line-up di Beaches Brew, il festival che apre l’estate all’Hana-bi per il settimo anno, intercettando le formazioni che suonano nei maggiori festival europei per quattro giornate di musica a ingresso gratuito e in un contesto naturale davvero privilegiato. Il palco letteralmente in spiaggia, il campeggio vicinissimo e l’atmosfera autenticamente vacanziera hanno fatto guadagnare a Beaches Brew menzioni prestigiose – e ribadite ormai ogni anno – tra i festival internazionali da non perdere, e così sarà anche quest’anno, considerando che in media dei 15mila partecipanti stimati l’anno scorso il 40% venivano dall’estero.
Lunedì 4 giugno si partirà alle 19 (orario d’inizio di ogni serata del cartellone) dall’Harbour Stage del Molo Dalmazia di Marina, con tre band da Olanda, Stati Uniti e Danimarca, nella fattispecie i Liima con le loro pulsioni new-wave. Martedì 5 il festival si sposta definitivamente al Bronson, dove apriranno le danze i chiacchierati Machweo con il loro spiritual jazz imbevuto d’elettronica, seguiti dal progetto Jack Cannon di Bruno Dorella e il jazzista etiope Hailu Mergia, veterano 75enne che aprirà la band The comet is coming, guidata dal sassofonista britannico Shabaka Hutchings, tra i più interessanti innovatori del jazz di oggi.
Mercoledì 6 cinque concerti in programma, tra i quali spiccano il poliedrico chicagoano Ezra Furman, gli indiavolati messicani Downtown Boys e il misterioso trio texano Khruangbin. A chiudere Beaches Brew 2018 sarà la serata di giovedì 7 giugno, con i Tune-Yards della della cantautrice statunitense Merril Garbus, l’avanzatissima producer elettronica americana Jlin e tanti altri nomi per un finale davvero esplosivo.