Franco Calandrini racconta un «Nightmare Film Fest» sempre più «aperto»

Ravenna | 28 Ottobre 2017 Cultura
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Federico Savini
«Lo zoccolo duro degli amanti dell’horror non manca mai, inoltre il festival è ormai un appuntamento atteso anche dai registi e dagli addetti ai lavori, sempre più presenti. Ma per evolvere e intercettare nuovo pubblico è importante anche cambiare, quindi abbiamo sempre più collaboratori, iniziative inedite e sale per un festival davvero “diffuso”, che prende l’horror come punto di partenza per raccontare molto di più». Franco Calandrini racconta così i cardini del 15° Nightmare Film Fest, nuovamente nato in collaborazione con GialloLuna NeroNotte (e tanti altri) e in programma dal 28 ottobre al 5 novembre in vari luoghi ravennati, principalmente il «classico» Palazzo del Cinema e dei Congressi ma anche CinemaCity, osteria del Tempo Perso, Moog, Mariani Lifestyle e Darsena Pop Up (vedi il programma in box, e in particolare gli eventi «Off Screen»). 
«Già l’apertura di sabato 28 con la proiezione di Nirvana di Salvatores, da pellicola originale, sarà un evento nell’evento - dice Calandini -. Tecnicamente è complesso ma al dvd abbiamo preferito la pellicola, poi alla presenza di chi ci ha lavorato non si poteva fare altrimenti».
Col senno di poi, Nirvana ha cambiato qualcosa nel cinema italiano?
«Direi di no, è stato e rimane un unicum. L’unico film che abbia qualcosa in comune, in termini di estetica di genere e successo di massa, è il recente Lo chiamavano Jeeg Robot, che però rimane un film indipendente e dagli obiettivi diversi. Nirvana fu una grande produzione di fantascienza, lontana dall’artigianato di Antonio Margheriti e da quello che è venuto dopo. E a Salvatores va riconosciuto di essere l’unico regista italiano che affronta con regolarità questo tipo di cinema».
Anche se poi, il Nightmare Film Fest, non punta certo su un’idea dozzinale di horror. Che film avrete in concorso?
«Sette grandi film tutti diversi tra loro, e il bello è che i registi verranno tutti a Ravenna, una soddisfazione! Ad esempio abbiamo l’indefinibile e autoriale Pechorin di Roman Khrushch che ha fatto incetta di premi ovunque ma anche l’horror classico The child remains, del canadese Michael Melski, che ha nel cast Suzanne Clement, già migliore attrice a Cannes per Mommy. Il post-apocalittico Hostile ha per regista l’enfant prodige Mathieu Turi in una produzione ad alto budget e poi avremo a Ravenna i fratelli Ramsay, produttori della serie tv The Walking Dead, con il thriller Midnighters. Le proiezioni sono calendarizzate tenendo conto dei registi, che incontreranno sempre il pubblico. Faremo lo stesso con Fabio Testi, nostro ospite che si racconterà il 4 novembre».
Anche la mini-rassegna dei film «classici» sembra dribblare le più facili scappatoie di genere…
«Questo però dipende soprattutto dal fatto che, con la macerazione delle vecchie pellicole, fare retrospettive è complicato ma in compenso la Cineteca di Bologna e altri enti stanno facendo un lavoro clamoroso di restauro e digitalizzazione di vecchi film. Ci concentriamo su quelli e anche per questo proietteremo classici come Eraserhead di Lynch, Il terzo uomo di Carol Reed con Orson Wells, Metropolis di Lang, il vecchissimo Rapsodia Satanica e il Nosferatu di Murnau, musicato da Marco Dalpane, cose che di sicuro in pochi hanno visto in una grande sala. Infatti questi film, come alcuni lungometraggi del concorso, li proietteremo al Cinemacity, con i corti, gli eventi speciali e le altre minirassegne al PalaCongressi».
Collaborate anche con il Circolo Sogni e l’Ascig?
«Sì, il circolo ci aiuta a gestire la parte dei cortometraggi. Hanno grande gusto ed esperienza, il loro apporto è fondamentale. Con l’associazione per gli scambi culturali fra Italia e Giappone invece abbiamo creato il ciclo “estAsia”, sul tema “Uomo e tecnologia”, con capolavori dell’animazione come Akira di Katsuhiro Otomo e Ghost in the Shell 2 – Innocence di Mamoru Oshii».
E la Nightmare School?
«Quella nasce insieme a GialloLuna NeroNotte, che cura anche molti incontri con gli autori. Al PalaCongressi avremo delle masterclass esclusive. Sabato 28 partiremo in mattinata con Alessandro Fabbri, giovane ravennate che è già un gigante della sceneggiatura, avendo lavorato a 1992 e 1993, ma non solo. E’ un privilegio averlo come relatore e concittadino. E£ tra i docenti c’è anche lo scrittore Valerio Evangelisti, nostro amico di vecchia data».
 
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