Consigli territoriali: elezioni il 12 marzo, le interviste ai presidenti

Federica Ferruzzi
Il prossimo 12 marzo si andrà al voto per rinnovare i dieci consigli territoriali del comune di Ravenna e fino a venerdì 10 pubblicheremo un’intervista (due su ogni numero) ad ognuno dei dieci presidenti uscenti. Antonio Mellini, a capo del consiglio territoriale Ravenna Sud, è anche il coordinatore di tutti i presidenti territoriali e spiega che, a questo giro, le elezioni non saranno semplici perchè quando si è scritto il regolamento non si è tenuto conto del ballottaggio. Per eleggere il presidente al primo turno servono 11 voti (dalla seconda ne basteranno 10): nella circoscrizione del mare, in quella di Ravenna centro e in quella della Darsena i consiglieri di maggioranza sono solo 9, mentre quelli che si riconoscono nelle varie opposizioni sono 11. «In questo modo - spiega - si rischia di non avere unanimità nella votazione dei candidati. Se le opposizioni si mettessero d’accordo su un’unica proposta si potrebbe andare avanti, ma non è facile, perchè poi un consiglio va gestito». Dal 2013 Mellini presiede l’area che comprende i sette comitati cittadini di Fosso Ghiaia, San Bartolo, Ponte Nuovo, Classe, Borgo Montone, San Marco e Villanova. Nell’ultimo consiglio territoriale, come da regolamento, ha stilato l’elenco delle priorità e realizzato un documento complessivo, un’eredità per il prossimo consiglio territoriale che avrà il compito di presentare, entro inizio settembre, i lavori più urgenti per il 2018. Richieste alle quali gli uffici pubblici dovranno rispondere entro 60 giorni. «Il territorio di cui mi occupo comprende 43 mila abitanti e abbiamo segnalato cinque strade da asfaltare - prosegue Mellini, che si ricandida all’appuntamento del 12 marzo -. Nel piano triennale del 2018, però, ne sono state inserite solo due: certo è una dimostrazione di buona volontà, ma vorremmo essere ascoltati maggiormente. Siamo tutti volontari e la cosa peggiore è quando non viene data risposta». L’aspetto più soddisfacente, invece, riguarda la collaborazione anche tra persone di partiti diversi. «Le buche non sono nè di destra nè di sinistra: quasi sempre si lavora all’unanimità, il rispetto e la stima vanno al di là del colore». I lavori da fare sono sempre e comunque tanti: se qualcosa è stato fatto, come la messa in sicurezza di via Romea Sud e la pista ciclabile a Classe su via Romea Vecchia - «attesa da dieci anni» -, rimane il problema cronico della mancanza di parcheggi a Ponte Nuovo. «In proposito stiamo chiedendo la collaborazione a Ravenna Antica per creare posti auto vicini alle attività commerciali. A questo si aggiunge la pista ciclabile che dovrebbe collegare Madonna dell’Albero a Ponte Nuovo: è partito il primo stralcio di lavori ma si deve proseguire. Nel piano investimenti del 2018 rientra poi la pista tra Classe e Fosso Ghiaia, dove dovrebbe nascere anche una farmacia. Con la Municipale e l’assessore Eugenio Fusignani stiamo inoltre lavorando sul tema della sicurezza nelle zone di Borgo Montone, Classe e San Marco, dove chiedono di poter avere una video sorveglianza collegata in rete». A non ricandidarsi sarà invece Guido Fabbri, che da giugno è subentrato alla presidenza del consiglio territoriale dell’Area 1 centro urbano, che comprende anche Fornace Zarattini e il quartiere San Giuseppe. «Non mi ricandido per una questione di opportunità: dopo 5 anni trascorsi in consiglio provinciale penso sia meglio lasciare spazio ai giovani». Anche per Fabbri, il rischio per i consigli territoriali è quello di diventare mero luogo di lamentele del cittadino. «Vorrei che, in futuro, i consigli avessero un ruolo più attivo nella determinazione della politica del Comune, mi piacerebbe che fossero maggiormente coinvolti per essere davvero un anello di congiunzione tra amministrazione e cittadini non solo quando c’è una buca nelle strade, ma anche quando si affrontano temi diversi». Anche per l’Area 1 le priorità riguardano strade e viabilità, ma secondo Fabbri si dovrebbe partire dalle modifiche al regolamento che permettano ai consigli di essere maggiormente incisivi anche per quanto riguarda i servizi sociali. «Per la zona di Fornace Zarattini e per il quartiere San Giuseppe siamo in contatto con i comitati cittadini; in particolare all’ex villaggio Anic stiamo affrontando diverse questioni, tra cui la centrale termica per il riscaldamento, e una serie di problematiche minori su cui ci stiamo confrontando con i cittadini della zona».