Basket A2, coach Mazzon alla vigilia del campionato: "Subito un esame tosto a Piacenza"

Ravenna | 06 Ottobre 2018 Sport
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Stefano Pece
La lunga attesa è terminata. Dopo avere concluso gli impegni amichevoli con la sfida di Siena sabato scorso, l’OraSì adesso è pronta per affrontare il suo quinto campionato di serie A2, che sarà il primo sotto la guida di Andrea Mazzon. La squadra verrà presentata sabato mattina presso la sede dello sponsor Unigrà, e il giorno dopo (domenica 7 ottobre ore 18) sarà di scena a Piacenza, sponda Assigeco, per la prima di campionato.
Coach Mazzon, a poche ore dall’inizio qual è il suo personale bilancio dopo il precampionato?
«A livello competitivo si è trattato di un percorso molto impegnativo che ha testato a dovere ogni particolare del nostro gioco. Sarebbe stato facile prepararsi contro avversarie di categoria inferiore, ma per una squadra come la nostra, che è tra le più giovani del campionato, è stato fondamentale affrontare squadre molto forti perché ci hanno obbligato a crescere in fretta».
Qual è l’aspetto che più l’ha soddisfatta?
«Il gruppo ha voglia di imparare e questo non è sempre un fatto scontato. Per esempio non erano abituati a sostenere tante sessioni video nelle quali venisse messo sotto la lente di ingrandimento ogni singolo errore, una cosa che invece io considero essenziale per crescere. Abbiamo fatto anche tanto lavoro individuale al di fuori dell’allenamento normale perchè io sono dell’idea che un giocatore debba rendersi conto degli sbagli che fa per migliorare, ma ho sempre ricevuto da loro la massima disponibilità. E i miglioramenti sono evidenti».
Un esempio concreto potrebbe essere individuato in Cardillo che è diventato molto più concreto in attacco, lui che veniva indicato soltanto come un difensore puro.
«In carriera non è mai stato un attaccante e sarebbe sbagliato pensare altrimenti. Però è vero che ha ripreso il ritmo partita che in serie A, giocando poco, aveva perso. E questo si ripercuote giocoforza su ogni fase del gioco. Ma insieme a lui ci sono altri giocatori che avevano bisogno di maggiore presenza in campo, per abituarsi al gioco o trovare fiducia: mi riferisco per esempio al giovane Rubbini o a Matteo Montano».
Attacco e difesa. Quali sono le sensazioni?
«In questo momento sbagliamo più in attacco che in difesa. A Udine per esempio abbiamo totalizzato 17 palle perse e questo è un dato da correggere. La difesa invece è abbastanza positiva e stiamo lavorando bene a rimbalzo. Naturalmente ci sono giocatori più portati a difendere e altri meno, quindi sarà un gioco di bilanciamento e sarà necessario compiere meno errori possibile. La pallacanestro ahimè è uno sport di errori e vince sempre chi ne fa di meno».
Qualche tifoso avanza il dubbio che Adam Smith sia un grande attaccante ma poco difensore.
«Bisogna vedere se è un dubbio basato su opinioni o su dati statistici. Nel primo caso è sbagliato affidarsi alle sensazioni, nel secondo staremo a vedere. Io mi baso soltanto sui fatti concreti».
Squadra giovane si diceva. Rubbini, Jurkatamm, Baldassi, Seck e Tartamella. Ben cinque under. Hanno offerto sufficienti garanzie per la stagione?
«Bisognerà valutarli nel lungo periodo poiché nessuno di loro ha mai giocato una partita in questa categoria. Saremmo pazzi a dire adesso che andiamo sul sicuro con loro, non a caso alcune partite le fanno bene, altre le sbagliano completamente. Non vanno caricati di troppe responsabilità».
Qual è stata la risposta del pubblico nei confronti della squadra?
«Personalmente sono rimasto colpito dall’interesse e dalla partecipazione. La gente sembra essere contenta di vedere la grinta che la squadra esprime sul campo e l’impegno che ci mettono i ragazzi più giovani. Vivendo in centro mi capita spesso di essere fermato e ricevere complimenti per come stiamo giocando e questo è molto bello».
Si parte da Piacenza. Che avversario troverete?
«Noi dobbiamo concentrarci sul nostro miglioramento personale piuttosto che sull’avversario di turno. La mia filosofia è questa, massimo rispetto per tutti, ma conta solo ciò che facciamo noi. L’unica cosa che posso dire è che iniziare giocando la prima fuori casa sarà un bel banco di prova».
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