Volley C donne, la storia di Alice Tomat: "Trascino la Fenix Faenza e vinco con la Nazionale sorde"

Faenza | 28 Dicembre 2018 Sport
volley-c-donne-la-storia-di-alice-tomat-quottrascino-la-fenix-faenza-e-vinco-con-la-nazionale-sordequot
Nome: Alice. Cognome: Tomat. Ruolo: schiacciatrice. Squadra: Fenix Faenza Segni particolari: ragazza speciale della Nazionale italiana sorde. La friulana, classe 1993, è il braccio armato di una Fenix Faenza che ha chiuso il 2018 in testa alla classifica della serie C girone C. Con la squadra faentina, dopo 9 gare, sta viaggiando a oltre 11 punti di media a gara, in campo mostra grande temperamento e determinazione. Un’atleta speciale perché, nonostante l’handicap della sordità, ha vinto nella vita e nello sport.
Alice, lei ha iniziato a giocare giovanissima a soli 4 anni. Come mai scelse la pallavolo?
«I miei genitori decisero di farmi provare uno sport di squadra per arginare il mio handicap, uno stimolo a confrontarmi e integrarmi con persone con cui avrei dovuto condividere non solo la compagnia, ma anche dei valori più profondi, legati all’aspetto sportivo e morale. Un modo per arginare in parte le barriere uditive, attraverso lo sport. Poi l’intento iniziale è stato largamente superato fino a far diventare la pallavolo il mio primo e unico sport».
Dal Friuli a Ferrara e poi ancora Friuli e poi a Faenza. Come si trova qui?
«I romagnoli sono famosi in tutta Italia per godersi la vita e le aspettative non son rimaste deluse: ora capisco perché la Romagna è così invidiata».
Con la Fenix lei è protagonista.
«Ma il vero segreto di Faenza è proprio la squadra: è la prestazione collettiva a fare la differenza, a mettere tutte noi nelle condizioni di poter contribuire alla causa».
Quali sono le sue qualità migliori come atleta?
«Senza dubbio le mie doti fisiche mi aiutano molto nella prestazione: velocità ed elevazione sono due caratteristiche individuali molto importanti nella pallavolo, ma di testa mi considero molto «ignorante». Da sempre ho giocato più d’istinto, il che è un pro, ma anche un contro, in quanto talvolta usando di più la testa in determinate situazioni potrei aiutar di più la squadra».
Per quanto riguarda l’attività con la nazionale sorde e con i club, ha avuto diversi successi.
«Una delle cose che più mi piace raccontare della Nazionale è la sua evoluzione nei dieci anni che vi ho giocato: agli inizi eravamo una realtà sconosciuta. Molto più vicina a una realtà amatoriale, con zero visibilità. Piano piano, l’inteso lavoro di tutti, dalle squadre di club dei sordi alla Nazionale, alla Federazione e alle persone esterne, hanno dato forma a un puzzle sempre più definito e organizzato. Il risultato dell’anno è il secondo posto alle Olimpiadi dei Sordi di Samsun, in Turchia. Una passione vera per lo staff e per noi ragazze, che ci ha portato a superare difficoltà e sacrifici: pochi hanno davvero idea di quanto sudore e fatica ci abbiamo messo dentro e il secondo posto olimpico non poteva che essere il meritato premio. Da allora abbiamo conquistato altri successi, tra cui i primi due posti alla Champions League dei sordi nel 2017 e il secondo posto agli Europei Under 21 dello scorso giugno».
Cosa significa per lei questa esperienza?
«Ci tengo molto a dire che l’esperienza di dieci anni, ma anche di una vita intera, dice che spesso e volentieri il nostro handicap viene spettacolarizzato: il premio ai Gazzetta Sport Awards come miglior atleta paralimpica dell’anno e l’inno di Mameli in LIS visualizzato da milioni di persone ne sono un lampante esempio. Spente le luci, ricominciano gli estenuanti giri su e giù per l’Italia alla ricerca di realtà che ci ospitino, nuove atlete e sponsor. Il nostro è un handicap invisibile, ma rispetto a 10 anni fa, lo è di meno, e dovrà continuare fino a che smetterà di esserlo, fino a che non ci sentiremo più una Nazionale di serie Z».
Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it notizie-faenza-volley-c-donne-la-storia-di-alice-tomat-trascino-la-fenix-faenza-e-vinco-con-la-nazionale-sorde-n19386 004
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione