
Resta in carcere l'alfonsinese 47 anni, domiciliato a Faenza arrestato dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Faenza, al comando del capitano Cristiano Marella, per atti persecutori in flagranza e denunciato per incendio doloso, porto abusivo d'armi, lesioni personali gravi e calunnia. Il 7 giugno il gip del tribunale di Ravenna Piervittorio Farinella ha convalidato l’arresto del 47enne che la notte del 2 giugno, dopo aver picchiato due persone per futili motivi, ha appiccato il fuoco al chiosco di piadine di Porta Montanara e poi, per ritorsione, ha iniziato una vera e propria caccia all’uomo nei confronti del titolare dell’attività. Durante l’udienza di convalida dell’arresto, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere e alla fine il gip ha disposto il carcere. L'uomo è stato arrestato il 4 giugno perché ritenendo il titolare della piadineria “colpevole” di essersi rivolto ai carabinieri, aveva dato inizio ad una vera e propria caccia all’uomo, infatti lo aveva minacciato di morte per telefono e poi aveva iniziato a cercarlo dappertutto con intenzioni “bellicose”. Il gip Piervittorio Farinella, nella lunga ordinanza di convalida dell’arresto, ha sottolineato che l’accanimento e la violenza degli atti persecutori messi in atto nell’arco di una giornata avevano determinato nel 46enne titolare della piadineria una condizione di “vero e proprio terrore” oltre che essere espressione di una “impressionante aggressività” che “ha dato vita ad una vera e propria escalation di condotte finalizzate a dare una “lezione” alla vittima, a cui solo l’arresto dei carabinieri ha posto fine”.
Il giudice ha quindi applicato la misura cautelare in carcere proposta dal pubblico ministero Monica Gargiulo, ritenendola l’unica misura adeguata al contenimento delle esigenze cautelari, vista il “quadro di elevatissima pericolosità sociale” di cui il 47enne ha dato dimostrazione. Oltre agli atti persecutori, sono stati confermati anche i restanti capi di imputazione che vanno dal danneggiamento del chiosco dovuto all’incendio, alle lesioni personali aggravate dai futili motivi e porto illegale di arma da taglio, nonché la calunnia nei confronti dei carabinieri.“