Basket B, la Rekico ha scelto il veterano Bruni in regia: "Faenza ha la mia stessa fame"

Faenza | 21 Giugno 2019 Sport
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Valerio Roila
Nella vita bisogna seguire le vie che hanno un cuore. E quando il cuore è abbastanza grande, le strade per farlo felice possono essere molteplici. Come quelle che ha percorso Giovanni Bruni, classe 1981, nuovo acquisto della Rekico Faenza, che pur facendo spesso ritorno a Cecina, nella sua amata Toscana, vicino alla natìa Pontedera, ha vissuto e giocato in tanti posti con un’anima, sportiva o culturale, come Brindisi, Firenze, Anagni, Piacenza o Roma, solo per citarne alcune. «Finirai per trovarla la Via, se prima hai il coraggio di perderti», scriveva in «Un altro giro di giostra» Tiziano Terzani, non a caso il più grandi ispiratore del play, tanto da citarlo nel suo Olimpo ideale, sopra anche agli idoli sportivi: «Mi rivedo molto - confida - nel suo modo di interpretare la vita. Ho amato tanti giocatori che hanno saputo coniugare il talento con la capacità di scegliere le occasioni giuste, ma nessuno come Terzani incarna meglio ciò che intendo come punto di riferimento».
Bruni, per lei è un ritorno in Romagna. Nel 2011-2012 aveva vestito la maglia di Rimini.
«Una vera istituzione, radicata nel territorio. Lì si respira un’aria di prestigio. Ma non vedo tanta differenza di passione rispetto a Faenza, che negli ultimi anni ha avuto un’impennata esponenziale nel seguito e nel calore, segnale del lavoro eccellente portato avanti dalla dirigenza dei Raggisolaris».
Una carriera lunghissima, talvolta puntellata dai ritorni a Cecina, ma in cui spesso ha dovuto ricominciare in un posto nuovo. Dove trova le motivazioni per farlo? 
«Sto attento a scegliere sempre gli ambienti giusti, quelli che abbiano caratteristiche che sappiano spingermi. In questo Faenza è come me, ha la fame di affermarsi in palcoscenici importanti».
E nella sua scelta ha influito sicuramente la presenza di Friso, con cui aveva già lavorato a Barcellona Pozzo di Gotto, anche se solo per mezza stagione. Com’è stato il rapporto con lui? 
«Eccellente. Lui è un allenatore che pretende molto dai suoi giocatori, vuole che gettino il cuore oltre l’ostacolo, idea che condivido, come quella fondamentale di cercare di costruire e cementare il gruppo dal primo giorno della preparazione. In Sicilia ha creato le basi per una stagione vincente, ma il nostro rapporto si era interrotto a metà strada, quando sono stato ingaggiato da Omegna, pertanto non appena se ne è creata la possibilità, abbiamo fatto in modo di riprendere il filo».
Nella scorsa stagione invece ha preso parte ad un progetto completamente diverso, facendo da «chioccia» di un gruppo come quello dell’Honey Sport City di Roma, composto per il resto interamente da Under 18.
«Ed è stata un’esperienza fantastica. Siamo partiti con l’unica idea di conservare la permanenza in serie B, e man mano ci siamo resi conto di poter coltivare il sogno play-off, al quale siamo effettivamente arrivati. Non a caso poi i ragazzi hanno vinto lo scudetto Under 18, segno che il campionato con i Senior è stato decisivo per la loro crescita. Un’annata incredibile, formativa anche per me, e per la quale ringrazio il presidente Miele: l’entusiasmo e la passione che trasmettono questi ragazzi mi hanno trascinato, è stato quasi come rifare le giovanili».
Quali sono le sue principali occupazioni fuori dal campo da basket? 
«Ho una bambina di tre anni che amo e che riempe le mie giornate. Per il resto adoro quello che faccio, e cerco di tenermi in forma con l’attività fisica costante».
Ha già pensato a cosa accadrà quando deciderà di appendere le scarpette al chiodo? Le piacerebbe restare nel mondo del basket o cambiare completamente vita? 
«Io vivo molto il quotidiano. Ogni occasione la valuterò con attenzione al momento opportuno, cercando di essere onesto con me stesso. Non riesco nemmeno ad immaginarmi fuori dal parquet. Per il momento penso solo a vincere con Faenza».
E queste parole sembrano riecheggiare l’excipit del citato libro di Terzani: «Vivo ora, qui, con la sensazione che l’universo è straordinario, che niente ci succede per caso e che la vita è una continua scoperta. E io sono particolarmente fortunato perché, ora più che mai, ogni giorno è davvero un altro giro di giostra».
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