A Casola Valsenio un progetto per persone con disabilità. Parla il regista Donatini
Elena Nencini
Si chiama «Abilissimi protagonisti», il progetto didattico di Zarathustra Film e pro loco di Casola Valsenio, pensato da e per le persone con disabilità: un workshop di cinematografia, che ha già visto concludersi la parte del corso di sceneggiatura, diretto da Christian Poli, accompagnato da Francesco Merini per il backstage.
L’idea nasce con l’intento di utilizzare il linguaggio universale del cinema per arrivare alla valorizzazione delle singole persone, abbattendo le barriere di discriminazione e di diversità nei confronti delle persone con disabilità e promuovendo, attraverso un progetto di lavoro creativo comune, i valori di solidarietà, uguaglianza e amicizia.
Il progetto è un contenitore ricco di attività che include: workshops, incontri, proiezioni e le riprese cinematografiche di un film cortometraggio di finzione.
A raccontare come sta andando il progetto è il regista Fabio Donatini.
Quanti sono stati gli iscritti?
«Al primo corso di sceneggiatura erano tra gli 8 e i 10, la più giovane è una ragazza di 18 anni e il più grande un signore di circa 60. Hanno disabilità prevalentemente di tipo motorio.
Hanno scritto un medium metraggio (superiore ai venti minuti) che vorremmo realizzare appena ne avremmo la possibilità. Il titolo provvisorio è “Bora Bora”, sarà una sorta di rapina comica».
Come si svolge il lavoro con gli allievi?
«È un percorso parallelo tra didattica ed effettiva produzione di un mediometraggio. Dopo il corso di sceneggiatura faremo il corso di fotografia e produzione: a causa delle richieste cercheremo di aprire il corso ad un numero maggiore, probabilmente 15 persone. Mentre all’inizio dell’anno nuovo si terrà il corso di regia e recitazione. Nel frattempo cercheremo i tre protagonisti sulla carrozzella con dei casting e poi ci serve un nome più importante, che farà il finto disabile. Tutti gli iscritti hanno dimostrato un po’ di timidezza nel recitare, ma si sono molto divertite vengono dal territorio circostante, da Imola e Lugo».
Cosa stai facendo oltre a questo progetto?
«Sto realizzando un documentario sulla periferia di Bologna. Nel frattempo lavoro come tutor alla scuola di scrittura Bottega Finzione di Carlo Lucarelli. A 20 anni scrivere mi piaceva un sacco, ma avevo bisogno di qualcosa in più. Per caso ho vinto un concorso del Comune di Bologna come sceneggiatore: ho realizzato un lungometraggio anche se non è stato distribuito. Certo, il lugometraggio è il sogno di coloro che si definiscono registi».