I dati, in sintesi, tratteggiano un quadro per lo più a tinte chiare, sebbene diversi indicatori mostrino una fase di rallentamento. Il susseguirsi della stretta monetaria e il rallentamento del commercio internazionale, che si intreccia con situazioni destabilizzanti come il protrarsi della guerra in Ucraina e l’inasprimento del conflitto in Medio Oriente, hanno reso il contesto più turbolento, portando diversi indicatori economici a ridurre il passo di crescita. |
Tra i fattori che stanno rallentando il passo dell’economia della regione figura il calo degli investimenti che nel lungo periodo potrà determinare l’affievolimento della capacità del sistema d’impresa di affrontare le transizioni in atto, da quella demografica a quella digitale fino a quella correlata al tema della sostenibilità. |
Il calo degli investimenti scaturisce dal caro tassi che ha comportato l’innalzamento del costo del credito pari a 745 milioni di maggiori costi sostenuti dalle MPI da giugno 2022. |
Il mercato del lavoro rappresenta l’indicatore più performante. Il numero di occupati risulta in salita (+1,6%), con un recupero anche della componente indipendente (partite Iva, autonomi, ecc. +7,3%). I 495 mila ingressi di lavoratori dipendenti previsti dalle imprese con dipendenti sono 20 mila in più rispetto a quelle preventivate nello stesso periodo di un anno fa (+4,2%). Mentre persiste il problema della difficoltà di reperimento di manodopera che nel 2023 vede la quota di entrate difficili da reperire attestarsi al 48%, sopra di 4 punti rispetto a quella del 2022. |
Il tasso di sviluppo delle imprese al terzo trimestre 2023 è positivo e in crescita sia per l’artigianato (+0,39%) sia per il totale imprese (+0,24%). Il sistema d’impresa del territorio, dove le micro e piccole realtà rappresentano il 99,2% e l’artigianato il 27,7%, ha finora trainato la ripresa post pandemia: l’Emilia-Romagna registra un recupero del PIL del 5,8% rispetto al 2019, e nel 2024 si stima una crescita del +1,1%, dinamica migliore tra le regioni italiane e in crescita rispetto al 2023. Ciò accade nonostante il sistema di MPI, che occupa il 58,8% degli addetti, ha sostenuto tra crisi energetica, caro tassi e difficoltà di reperimento del personale maggiori costi per 3,8 miliardi di euro, pari al 2,5% del valore aggiunto. |
Il 2023 è stato un annus horribilis per il mercato internazionale. Per l’Emilia-Romagna si stima che nei primi 9 mesi del 2023 il volume degli scambi internazionali si sia ridotto del 3,4%, flessione più contenuta rispetto al -5,5% rilevato per il totale Italia. |