Ravenna, Itl festeggia i 20 anni con un convegno, il direttore Bardi parla di trasporti e logistica
Elena Nencini
E’ stato costituito a dicembre del 2003 l’Istituto sui Trasporti e la Logistica (Itl), la fondazione a partecipazione pubblica che festeggia i 20 anni di attività con un convegno a Bologna «Il futuro della mobilità e della logistica. Progettare soluzioni e sviluppare competenze» giovedì 11 aprile, Convento di San Domenico, ore 15. Il direttore generale di Itl Andrea Bardi fa il punto sulla Fondazione e sugli obiettivi per il futuro del porto di Ravenna.
Che cos’è Itl?
«È una fondazione senza fini di lucro, i cui soci sono interamente pubblici, abbiamo 7 enti pubblici locali (Regione Emilia-Romagna, i comuni di Bologna, Piacenza e Ravenna, le province omonime, l’Autorità di sistema portuale di Ravenna) a cui si aggiungono 5 Università (l’Università cattolica del Sacro Cuore, il Politecnico di Milano, l’Alma Mater di Bologna, l’Università di Parma, l’Università di Modena e Reggio Emilia). La Fondazione ha come mission di promuovere ricerca, consulenza e formazione nel mondo dei trasporti e della logistica in Emilia-Romagna e non solo. Per questo abbiamo tre sedi, Bologna, Piacenza e Ravenna: la prima è il punto di snodo per i flussi nazionali e internazionali, il porto di Ravenna è la porta d’accesso per le materie prime in regione e nord Italia, Piacenza è il polo distributivo per il sud Europa».
A chi si rivolge Itl?
«Il nostro ruolo è quello di innescare la rete dei rapporti fra le pubbliche amministrazioni, aziende private e istituti di formazione. Cerchiamo di far crescere un sistema articolato con oltre 9.000 operatori specializzati in logistica e trasporti e 75.000 dipendenti diretti. Parliamo di un settore importante: dal 2015 al 2022 è quello che in Emilia-Romagna è cresciuto maggiormente in termini di occupazione».
Vi occupate di formazione?
«Abbiamo un’attività importante per la formazione, con 4 diversi percorsi di due anni per tecnici specializzati (Its): a Bologna c’è quello per tecnico superiore per la logistica 4.0 e la smart mobility, a Reggio Emilia per logistica e trasporto ferroviario, a Piacenza per supply chain e la logistica distributiva, a Parma per logistica industriale e trasporto intermodale. Infine un quinto percorso a Ravenna è concentrato sulla programmazione della produzione e la logistica sostenibile e digitale, con un’importante presenza dei principali operatori del cluster portuale di Ravenna. Il grosso delle nostre attività si concentrano su progetti europei che si proiettano sulla Regione, come progetti pilota e casi applicativi. Sul territorio romagnolo abbiamo curato la redazione del Pums (Piano Urbano della Mobilità sostenibile) per il Comune di Faenza, il Comune di Ravenna e adesso supportando l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna. Abbiamo anche elaborato il Piano di sviluppo strategico (Pss) della Zls regionale che speriamo possa vedere presto la sua istituzione».
Le vostre attività sul porto di Ravenna?
«Su Ravenna abbiamo da sempre supportato l’Autorità di Sistema portuale e il cluster di settore, adesso stiamo lavorando sulla necessità di allargare il mercato dei container alle province storicamente orientate ai porti del Tirreno, come l’Emilia del Nord e la Lombardia orientale. Sostenere inoltre il porto - insieme ad alcuni dei suoi terminal come Tcr e Sapir – sulla necessità di internazionalizzazione dell’hub. Per questo motivo anche il prossimo anno accompagneremo il Cluster regionale Eric di cui il porto è parte a Transport Logistic a Monaco di Baviera, una delle fiere più importanti del settore. Mentre a fine giugno saremo a Transport Logistic China, a Shanghai prima volta che il porto di Ravenna partecipa a una fiera asiatica».
E’ importante lavorare in rete?
«Sì, sempre di più, partecipiamo a due network internazionali Open-enlocc e Alice e a due regionali/nazionali Clust ER Greentech e il Clust ER Innovate che ci aiutano a costruire partenariati internazionali e a competenze. Inoltre supportiamo ER.I.C. (Emilia-Romagna Intermodal Cluster) che coinvolge la Regione e le principali piattaforme intermodali regionali per sviluppare un sistema di trasporto merci sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico che comporti il minor impatto possibile sul territorio».
I traffici dei container dall’inizio dell’anno sono in calo a Ravenna, cosa si può fare per invertire la tendenza?
«Nel mare Adriatico Ravenna è stato sempre il porto più resiliente capace di resistere a tutti gli impatti: se Ravenna è in difficoltà, Trieste lo è di più perché essendo un porto specializzato è più esposto. Ravenna tradizionalmente il porto che riesce maggiormente, in Italia, a gestire le criticità, grazie alla diversificazione delle merci che lavora, che è il suo limite ma anche la sua forza. Inoltre i lavori in corso attualmente sono già il suo biglietto da visita per il futuro, sia per quello che riguarda i mercati italiani che quelli esteri. Bisogna avere una maggiore presa, come ho già detto, per i mercati di riferimento contesi con il Tirreno, come la Pianura padana, l’Emilia nord e centrale, la Lombardia orientale. Bisogna allargare il bacino al sud Europa: l’esempio della Bmw (che sbarca al terminal Sapir nda) è uno dei casi più evidenti ed è una cosa molto nuova per Ravenna, anche perché si tratta di un mercato non in import, ma in export, piuttosto atipico. Grazie alla congestione dei porti del nord Europa si può fare quindi una riflessione per conquistare nuovi traffici, in un momento in cui le attuali guerre in corso non lasciano intravedere segnali positivi. Questo però a patto che gli attacchi sul Mar Rosso rientrino sotto la soglia di guardia. A Ravenna l’accelerazione che si è avuta con i lavori in porto si vede e dal punto di vista degli investitori è importante, rendono concreta un’opportunità. Alla Fiera di Shanghai i lavori dell’hub così come le aree retroportuali e il nuovo terminal saranno un’importante vetrina per potenziali investitori, anche perché si tratta di una fiera molto partecipata. Nello stesso tempo però è necessario che, di pari passo con i lavori in atto nel porto, comincino quelli ferroviari».