Ravenna, immatricolazioni in calo e nuove soluzioni per le locazioni

Emilia Romagna | 12 Febbraio 2023 Cronaca
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Elena Nencini
Immatricolazioni in calo nell’università italiane, un dato che era già stato segnalato a dicembre 2022 dal sito del Ministero dell’istruzione e del merito (Miur) che registrava un 2% in tutta la penisola rispetto al 2021: dati confermati alla fine delle iscrizioni per l’anno 2022-2023 anche per l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, anche se per il rettore Giovanni Molari non sono preoccupanti: «Sono numeri che ci aspettavamo, dopo i due anni eccezionali della pandemia e visto il ritorno della didattica in presenza. In molti casi, inoltre, si tratta di cali fisiologici, registrati in settori che nell’ultimo periodo avevano visto una grande crescita degli iscritti. Se il dato nazionale sulla diminuzione delle immatricolazioni sarà confermato, dovremo essere ancora più decisi sul fronte dell’orientamento all’università: in un Paese in cui il tasso di laureati resta molto basso, è importante rispondere ad una tendenza che riflette la curva demografica, portando sempre più studentesse e studenti ad intraprendere il percorso universitario»”. I dati sulle immatricolazioni all’Università di Bologna mostrano quest’anno numeri in discesa, a fronte però di un aumento delle domande di iscrizione presentate e dei candidati che hanno partecipato alle prove di ammissione. Un andamento che conferma la reputazione e la capacità attrattiva dell’Alma Mater, ma rispecchia anche una situazione di diminuzione generalizzata delle immatricolazioni a livello nazionale. Nel dettaglio, le immatricolazioni all’Università di Bologna per l’anno accademico 2022/2023 fanno registrare numeri in discesa rispetto all’ultimo anno accademico, segnato dalla crisi pandemica e caratterizzato un incremento dei nuovi iscritti. Alla fine di gennaio 2023 gli immatricolati erano 26.421 contro i 28.248 del 2022, in calo del 6,5%. Se guardiamo però all’anno accademico 2019/2020 – l’ultimo prima della pandemia – si registra una crescita del 4,2%: i nuovi iscritti in quel caso erano stati 25.369.
CALI IN 4 SEDI SU 5
Rispetto alla distribuzione nei Campus, si registrano numeri in calo a Bologna -6,9%, Forlì -5,2%, Ravenna -15,4%, Rimini -3,7%. Unica eccezione, il Campus di Cesena che fa registrare un +1,9%.
Il calo riguarda sia i corsi di laurea triennali (-4%), le lauree magistrali (-10,8%), che i corsi di laurea magistrale a ciclo unico (-4,9%). Nel caso delle lauree magistrali il dato si spiega in buona parte con tempi più lunghi di laurea nelle triennali: rimane infatti sostanzialmente stabile il dato totale degli studenti iscritti, che si attesta intorno a 89.000. 

STRANIERI IN CRESCITA
Un +7% si registra per gli studenti internazionali rispetto al 2022. In particolare, con una crescita molto rilevante (+64,2%) dei nuovi iscritti in arrivo dall’Iran: sono in tutto 266, di cui 102 studenti e 164 studentesse. In aumento anche  gli immatricolati in arrivo dalla Turchia (+22,8%), dalla Russia (+23,5%), dall’India (+32,3%), del Kazakistan (+77,3%), della Polonia (+55,6%) e della Germania (+63,3%). Una crescita, quella degli studenti internazionali, che con la sola eccezione di Ravenna (-3,1%) interessa tutti i Campus: Bologna +4,3%; Cesena +15,3%; Forlì +6,3%; Rimini +26,9%.

ULTIMA FRA I CAMPUS RAVENNA
Un calo di iscritti del -15.4% per il Campus di Ravenna, anche se la mancanza di una ripartizione degli iscritti per le diverse facoltà non da modo di capire quali siano quellepiù in difficoltà e quelle invece con più attrattiva. Una sorta di doccia fredda anche a fronte dell’aumento dello scorso idi immatricolazioni del 5%. Altro problema relativo a Ravenna quello della difficoltà di trovare appartamenti in affitto, anche se, come ha sottolineato Molari: «su Rimini e Ravenna stiamo ragionando con le amministrazioni di soluzioni per migliorare l’assetto dell’università visto che hanno campus molto diffusi»

Falconi (Flaminia): «Attesa per lo studentato»
Mirella Falconi, presidente di Fondazione Flaminia, è ottimista e spera a breve di poter comunicare che è arrivata l’autorizzazione per lo studentato: «siamo in attesa della conferma, a maggio abbiamo mandato al Miur il progetto dello studentato, ci sono stati richiesti dei chiarimenti che abbiamo inviato prima di dicembre. Adesso siamo in attesa dell’autorizzazione per procedere con la gara. Avremo 100 posti letto, in zona stazione, ma oltre ad aumentare i posti letto stiamo cercando di sensibilizzare in tutte le maniere i proprietari degli appartamenti che ci danno una mano a lavorare in questa. Il costo sarà di circa 5 milioni di euro: io sarei ottimista e spero che non ci saranno rincari». Per quanto riguarda il numero di iscritti Falconi sottolinea come: «il decremento è nazionale, non solo di Bologna. A Ravenna sono stati proposti dei nuovi corsi, come ingegneria in lingua inglese, che hanno bisogno di un po’ di tempo per essere conosciuti. Inoltre ci sono i lavori a Scienze ambientali che sono fermi e per i quali bisognerà fare un nuovo bando».
Sindaco: «Razionalizzare gli spazi»
Il sindaco di Ravenna Michele De Pascale commenta la situazione del campus ravennate: «Al di là dei numeri degli iscritti che durante gli anni del Covid erano cresciuti moltissimo era prevedibile che dopo la pandemia ci potesse essere un calo. Ma i numeri non sono tutti uguali, e creano esigenze diverse: per esempio Giurisprudenza attira molti studenti da tutta la Romagna che spesso non hanno bisogno di alloggio, mentre Medicina, in particolare, attira studenti da fuori con necessità di posti per dormire. Stiamo portando avanti alcune progettualità come lo studentato con la Fondazione Flaminia, i posti letto con Santa Teresa e i rapporti con Ergo. La nostra speranza è che ci possono essere importanti investimenti privati sia per la riqualificazione di palazzi storici del centro sia per alcuni palazzi della periferia. L’università ha bisogno di razionalizzare gli spazi della didattica e investire sui servizi, in particolari residenziali, ma anche sale studio. Per quanto riguarda  Scienze ambientali la situazione al momento è ferma visto che la ditta che aveva vinto l’appalto si è ritirata. Adesso l’università dovrà fare un nuovo bando, nel frattempo noi abbiamo messo a disposizione alcune aule dell’istituto Agrario fino a quando i lavori non saranno terminati». 

Neve (campus Ra): «Ce lo aspettavamo»
Il presidente del Campus di Ravenna Mario Neve non è  rimasto sorpreso, come del resto il rettore, dal calo delle iscrizioni: «non si può fare un confronto  con i dati del biennio pandemico. Proprio durante la pandemia avevamo preventivato che ci sarebbe stato un calo delle iscrizioni: con i corsi on line si sono iscritti molti studenti che non avrebbero potuto frequentare in presenza. Adesso che abbiamo smesso con la didattica a distanza le iscrizioni sono tornate ai livelli pre-pandemia. Anzi alcuni corsi sono in crescita come il corso di cooperazione internazionale, giurisprudenza, beni culturali. Beni archeologici è rimasta stabile, mentre ingegneria - che è diventata internazionale con i corsi in lingua inglese - e scienze ambientali, con i lavori in corso, sono in difficoltà».

Strocchi (Asspi): «Bene l’accordo»
Michele Strocchi, responsabile contratti di locazione e convenzioni di Asspi (ass. sind. piccoli proprietari immobiliari Ravenna, parla dell’accordo siglato nel  2002 con Flaminia: «è nato un anno fa per l’ampliamento dei servizi abitativi rivolti agli studenti dei corsi del Campus di Ravenna, in particolare per la nascita della facoltà di Medicina. Chiedemmo così ainostri clienti se fossero disposti ad affittare a studenti universitari con contratti non a libero mercato.  Le nostre richieste hanno coinciso con l’aumento delle spese energetiche e la difficoltà per una sola famiglia di affittare un grande appartamento e di pagarne anche le  costose spese di riscaldamento. La Fondazione ci aveva chiesto 25 posti letto che noi abbiamo trovatto senza problema, anzi avevamo quasi il doppio dei proprietari interessati per le forti agevolazioni fiscali. Per il 2023 siamo già pronti per rinnovare  l’accordo». 

Piscopo: «Pochi fuori dalla graduatoria»
Fondazione Flaminia gestisce 19 appartamenti, di cui quattro in convenzione con il Comune di Ravenna. Gli alloggi, 82 posti letto complessivi, sono assegnati agli studenti del Campus di Ravenna tramite bando. Michael Piscopo Filippi è il responsabile per Flaminia dell’area alloggi, e spiega: «nelle richieste per il bando di richiesta ho riscontrato un aumento, lo scorso anno ho fatto molti colloqui per studenti che chiedevano informazioni. Ma molti ragazzi per la paura di restare fuori dalla graduatoria si organizzano e quando esce la graduatoria finale molti hanno già trovato un’altra sistemazione. Grazie a un accordo con l’Asspi (vedi box)molti ragazzi che non rientravano nella graduatoria sono stati segnalati a loro e ne sono rimasti fuori pochissimi. Cerchiamo un miglioramento e un ampliamento costante dei posti letto, puntando a creare sinergia tra offerta privata e domanda degli studenti.
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