La farina di grillo in vendita, tutto quello che c'è da sapere

Emilia Romagna | 01 Marzo 2023 Buon Appetito
la-farina-di-grillo-in-vendita-tutto-quello-che-c-da-sapere
Gaia Nonni* - L’Ue ha approvato un regolamento che rende possibile ciò che anni fa avremmo ritenuto fantascientifico: dal 26 gennaio possono essere comprati e venduti liberamente prodotti a base di farina di grillo. In particolare la farina di Acheta domesticus (questo il nome scientifico) potrà essere impiegata nella preparazione di pane, cracker, grissini, biscotti, pasta pizza, snack e altri prodotti. L’elenco è lungo, ma principalmente si tratta di prodotti da forno.
Come mai questa decisione? L’obiettivo è quello di introdurre sul mercato fonti proteiche a basso costo e a basso impatto ambientale, in modo da fornire un’alternativa a chi voglia ridurre il consume di carne, la quale comincia ad avere costi insostenibili in termini di emissioni prodotte dagli allevamenti intensivi e di elevati consumi idrici e del territorio. Studi recenti mostrano come gli insetti costituiscano un alimento ricco in proteine, e responsabili di meno dell’1% dell’impronta di carbonio totale connessa all’allevamento.
Insomma, se si parla di grilli i costi di allevamento, i tempi e la resa non hanno paragone con gli allevamenti tradizionali; inoltre, a livello nutrizionale, oltre alle proteine apportano anche un quantitativo di vitamina B12 10 volte superiore a quella che può essere trovata nel salmone; pare, inoltre, che la farina di grilli aiuti ad assorbire minerali come il ferro.
Sebbene i vantaggi paiano innegabili, questa notizia non è piaciuta a gran parte dell’opinione pubblica: come conferma un’indagine Coldiretti, ben il 54% dei consumatori italiani si è detto contrario alla scelta dell’Ue. Alla base di questa diffidenza ci sarebbero, prima di tutto, ragioni culturali, dove addirittura si parla di «attacco alla dieta mediterranea»; un’altra obiezione è che il consumo di certi insetti possa portare reazioni allergiche, e su questa preoccupazione l’Ue è già intervenuta affermando che l’assunzione di queste farine potrebbe causare reazioni soprattutto nei soggetti già allergici a crostacei, acari della polvere e, in alcuni casi, ai molluschi.
Un’altra nota dolente è il costo: pare che il prezzo di 200g di farina di grilli si aggiri attorno ai 15 euro, una cifra davvero esorbitante se paragonata alle altre farine. Non è da sottovalutare, inoltre, un certo scetticismo dovuto alla realtà della filiera agroalimentare: secondo il consigliere delegato di Filiera Italia «in un momento in cui la nostra produzione agroalimentare rischia di essere smantellata in nome di una sostenibilità ideologica che vorrebbe trasformare i nostri terreni agricoli in giardini improduttivi».
Si rende, dunque, doverosa una precisazione: l’impiego della farina di grilli e, più in generale, delle proteine alternative, non è altro che una risposta all’aumento del costo delle proteine animali e del loro impatto sull’ambiente; l’Ue è stata molto chiara nel dire che l’approvazione del regolamento del 26 gennaio non costituisce in alcun modo un’imposizione sul consumo di cibo da parte della popolazione europea, anzi, l’allevamento di insetti non fa altro che costituire un’alternativa. Che poi quest’alternativa porti anche a ridurre le emissioni di gas serra e lo spreco alimentare, tanto di guadagnato.
Ad ogni modo, l’argomento è chiaramente controverso ed è giusto che ognuno si informi per maturare una propria opinione in merito, ma sono certa che ai più curiosi resti da fare ancora una domanda: che sapore ha questa farina? Pare che sia dolciastra, e che ricordi vagamente l’aroma della frutta secca, in particolare delle nocciole; non si tratta, comunque, di un gusto non eccessivamente preponderante, quindi si presta bene ad essere amalgamata con altri ingredienti e nella realizzazione dei prodotti da forno si è rivelata estremamente versatile.
Se la descrizione del sapore non dovesse bastare, com’è giusto che sia, può essere utile sapere che a Milano è possibile provare il primo hamburger servito in Italia a base di farina di grilli. Il locale si chiama Grillo Cheeseburger, e il burger è costituito da farina di grillo, fagioli cannellini, olio di semi di girasole, patate al vapore e pane grattugiato. Non contiene nessun tipo di carne convenzionale ed è caratterizzato da un’alta concentrazione di proteine; altri ingredienti che compongono il piatto sono: la scamorza fusa, le patate croccanti, il cavolo viola e una speciale salsina. E voi, nella ricerca per fonti di proteine alternative alla carne da che parte state: scettici o entusiasti?
*Nutrizionista di Castel Bolognese


 
Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it notizie-emilia-romagna-la-farina-di-grillo-in-vendita-tutto-quello-che-c-e-da-sapere-n37508 005
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione