La crisi delle piastrelle, il faentino Savorani (Confindustria Ceramica): «Vendite in calo nel mondo, meno produzione e tassi elevati»

Emilia Romagna | 25 Febbraio 2024 Economia
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Manuel Poletti - «Il mercato del nostro comparto vive ancora un momento delicato, dopo un 2023 critico per diversi fattori, fra i quali i tassi d’interesse elevati e un calo di domanda generale a livello internazionale. In Italia, paradossalmente, il mercato ha retto meglio fino ad inizio 2024 perché l’effetto del Superbonus non si è ancora del tutto esaurito, ma nei prossimi mesi sentiremo anche questo».
E’ preoccupato il faentino Giovanni Savorani, presidente di Confindustria Ceramica, dopo l’allerta lanciata a fine 2023 con i dati di preconsuntivo del settore in mano, rimane difficile fare previsioni certe per il 2024. Il preconsuntivo 2023 elaborato da Prometeia evidenziava per l’industria italiana delle piastrelle di ceramica una forte contrazione, con volumi di vendite intorno ai 362 milioni di metri quadrati (-19,3% rispetto al 2022), derivanti da esportazioni nell’ordine di 277 milioni di metri quadrati (-22,1%) e vendite sul mercato domestico prossime agli 85 milioni di metri quadrati (-8,7%). La contrazione ha interessato tutti i principali mercati del mondo, ed in particolare l’Europa Occidentale ed il Nord America. Il dato di preconsuntivo della produzione è stimato su livelli simili a quelli delle vendite.
Presidente Savorani, dopo un 2023 critico per il comparto, com’è cominciato il 2024 e quali sono le previsioni per i prossimi 12 mesi?
«Siamo in un’epoca in cui fare previsioni non è facile, anzi è rischioso. Gas ed energia elettrica sono ai minimi oggi, ma la situazione del mercato internazionale è di crisi di domanda importante. Paradossalmente il mercato italiano è calato, ma molto meno rispetto ad altre zone del mondo. Questo dato può diventare preoccupante se visto in prospettiva sul 2024, quando si faranno sentire di più gli effetti della fine del Superbonus. La situazione attuale è fotografata con tutte le sue difficoltà da quattro numeri: i tassi di interesse della Bce sono stati confermati al livello record del 4,5% - valore che traina al rialzo tutta la struttura dei tassi di interesse delle nostre imprese -; le vendite di ceramica sono calate del 20%; la produzione si è ridotta di 90 milioni di metri quadrati».
Ci saranno altre domande di Cig dopo le fermate prolungate (4-5 settimane) di fine 2023 anche in Romagna?
«Abbiamo avuto 6.000 dipendenti in cassa integrazione. Siamo in presenza di una crisi della domanda che interessa tutti i mercati, a partire dai principali paesi esteri del nostro export. Per non appesantire troppo i magazzini sono state fatte fermate straordinarie degli impianti sia nel corso dell’anno che a fine 2023, con uno stop abbastanza generalizzato fino a dopo la metà di gennaio 2024. Nuove fermate? La speranza è quella di non doverne più fare, ma la possibilità esiste ancora almeno nel primo semestre».
In un quadro già problematico, quanto possono incidere negativamente le tensioni in atto nel Canale di Suez?
«Può essere un ulteriore aggravante, perché in questi anni abbiamo sostituito le argille del Donbass, fermate dalla guerra in Ucraina, con quelle che arrivano dall’India. In questo contesto può esserci qualche ritardo nella consegna in Europa, sull’export vedo meno difficioltà da Suez».
Le difficoltà che dall’autunno 2022 toccano il comparto delle piastrelle sono riconducibili solo ad una crisi della domanda? Dopo la Cina, l’India è diventata una concorrente molto agguerrita. Come arginarla?
«In effetti l’India sta diventando un problema per molti, perché è cresciuta moltissimo e fa dumping di mercato. Con la Cina la situazione fu “sanata” da dazi Usa ed europei molto rilevanti, in questo caso invece per ora i dazi applicati non frenano i produttori indiani, che tra l’altro hanno aiuti di Stato molto rilevanti. A livello generale noi stiamo auspicando che nasca un piano casa di orizzonte europeo. La Germania sta andando in questa direzione, speriamo che anche l’Italia si muova velocemente per affrontare i nostri problemi. Bisogna rendere più conveniente per le famiglie fare investimenti sulla casa, non ci sono altre scorciatoie. Riconfermiamo, infine, la nostra assoluta condivisione nel percorrere strade all’avanguardia nello sviluppo ambientale, ma il sistema Ets va profondamente riformato, a partire dall’eliminazione delle penalizzazioni sulla cogenerazione ed inserendo anche il settore della ceramica tra quelli ammessi alla compensazione dei costi indiretti. Per come è congegnato ora rappresenta una tassa sulle imprese e sul lavoro a favore della speculazione finanziaria».
 
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